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FESTIVAL Belgio

Tanto rumore per il Ramdam

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- Il 4° Ramdam Festival si terrà dal 21 al 28 gennaio a Tournai, con un programma di film che hanno fatto (o faranno) discutere

Tanto rumore per il Ramdam

Creato nel 2011, il Ramdam si presenta come il festival del cinema che fa discutere. La sua programmazione, eclettica, mischia finzione e documentario, e trova la sua omogeneità nel carattere polemico dei temi affrontati nei film, o nel modo in cui sono trattati. Il festival si aprirà quest'anno con Dallas Buyers Club del canadese Jean-Marc Vallée (C.R.A.Z.Y.), storia di un cowboy redneck affetto da AIDS che lotta contra la malattia e la società americana degli anni '80, per il quale Matthew McConaughey si è aggiudicato di recente il Golden Globe del miglior attore. In programma anche Nymphomaniac [+leggi anche:
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volume 1 e 2 di Lars Von Trier; De Behandeling, nuovo film di Hans Herbot sulla crociata vendicativa di un poliziotto dal passato complicato; e ancora Post Partum [+leggi anche:
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di Delphine Noels, che affronta da un'angolazione fantastica la questione della depressione post-partum.

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Il pubblico potrà inoltre scoprire Guerrière [+leggi anche:
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del regista tedesco David Wnendt, il cui nuovo film, Wetlands [+leggi anche:
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, è in concorso a Sundance. Guerrière segue i passi di Marisa, una giovane donna di vent'anni membro di una gang neo-nazi, che vede le sue più profonde convinzioni rimesse in questione da un rifugiato afghano e da una ragazza di 14 anni.

Come ogni anno, il festival proporrà anche una sezione retrospettiva, dedicata quest'anno al sulfureo Gérard Depardieu e alle altrettanto sulfuree pellicole della sua filmografia, da Maîtresse di Barbet Schroeder a L'ultima donna di Marco Ferreri, passando per le imperdibili opere di Bertrand Blier (I santissimi, Lui portava i tacchi a spillo e Preparate i fazzoletti).

Quanto al documentario, infine, sono presenti Tous Cobayes di Jean-Paul Jaud (Francia), A ciel ouvert di Marianna Otero (Belgio), Super Trash di Martin Esposito (Francia) e The Act of Killing di Joshua Oppenheimer (Danimarca).

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(Tradotto dal francese)

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