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BERLINALE 2014 Concorso

Violento e coinvolgente, ’71 è un thriller eccezionale

di 

- Yann Demange racconta pericolo e confusione di un cupo episodio della storia dell’Irlanda del Nord

Violento e coinvolgente, ’71 è un thriller eccezionale

Chi pensa che gli scontri etnici e nazionalistici del 1971 in Irlanda del Nord siano troppo poco conosciuti fuori dal Regno Unito per diventare materiale per un thriller internazionale dovrà ricredersi: ’71 [+leggi anche:
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, esordio di Yann Demange, esplora con grande effetto un giorno (e una notte) nella violenta storia di Belfast e il risultato è così coinvolgente che il film è stato accolto con entusiasmo sia ai festival che nelle sale.

'The Troubles' (i problemi) è il nome che viene dato da storici e locali a quel periodo, e il pubblico scoprirà presto il perché. La storia segue Gary Hook (Jack O’Connell, ottimo), giovane soldato inglese col suo regimento a Belfast, dove i lealisti protestanti si scontrano contro i nazionalisti cattolici. Entrambe le fazioni hanno gruppi paramilitari, e gli inglesi cercano di fare in modo che la carneficina sia evitata. Dopo uno scontro, Hook si ritrova indietro, ferito e da solo in una città buia dove una pistola può essergli puntata in testa in qualsiasi momento. Nella frenesia di omicidi e vendette, Hook cerca di restare vivo, con le sole armi dell’istinto e la fortuna.

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La cosa più interessante della sceneggiatura di Gregory Burke è che la storia si svolge in tutti i luoghi dove, soltanto due mesi prima, buoni vicini sono diventati feroci nemici. La storia gestisce alla perfezione le risorse, sempre avvincenti, sempre imprevedibili, con i vantaggi dei tanti e diversi scopi di tutti i personaggi. Dopo l’Orso d’Oro di Paul Greengrass con Bloody Sunday (2002) e lo stesso riconoscimento a Jose Padilha con Tropa de Elite - Gli squadroni della morte (2008), non sarebbe una sorpresa se la giuria guidata da James Schamus scegliesse questa storia di autorità contro ribellione e lealtà per un premio importante sabato prossimo.

L’appassionante performance e il ritmo del film (con l’eccellente montaggio di Chris Wyatt) sono sostenuti dal lavoro della macchina da presa di Tat Radcliffe, a volte così mossa da far sembrare i film di Jason Bourne un’immagine fissa. ’71 deve molto al suo direttore della fotografia, che riesce a portare sullo schermo la confusione e il caos delle strade infiammate di Belfast nei giorni più neri della storia dell’Irlanda del Nord. Strade scure e strette e tetri cortili trasformano Hook in un Teseo insanguinato, perso in un labirinto d’orrore senza poteri semidivini e senza il filo di Arianna.

’71 è indubbiamente un thriller godibile ma che chiede molto al pubblico. La sceneggiatura non è generosa di informazioni sul contesto o sul background dei personaggi, ma è solo un modo per evidenziare la confusione e la futilità di tutti gli atti brutali consumati sullo schermo. Sempre emozionante e violento, il film di Demange è un potente manifesto contro la guerra e un esempio eccellente di coinvolgimento cinematografico. Se gli altri film in lizza per l’Orso d’Oro saranno come ’71 e Jack [+leggi anche:
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, proposti entrambi nel secondo giorno del festival, la 64^ edizione potrebbe essere la migliore degli ultimi anni. 

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