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BERLINALE 2014 Panorama

Berlinale: Ripartire dalla terra In grazia di Dio

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- Il film ‘ecologico e sostenibile’ di Edoardo Winspeare è stato presentato nella sezione Panorama alla 64ma Berlinale

Berlinale: Ripartire dalla terra In grazia di Dio

Nel suo nuovo film In grazia di Dio [+leggi anche:
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, presentato nella sezione Panorama al 64° Festival del Cinema di Berlino, il regista pugliese Edoardo Winspeare (Il Miracolo [+leggi anche:
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, Galantuomini [+leggi anche:
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) esplora il tema del ritorno alle radici e della possibilità di felicità in una crisi economica e morale apparentemente senza fondo.

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Lo sfondo della storia è un piccolo paese del Salento, dove la società sembra ferma agli anni ’80, e l’unica traccia di contemporaneità tra le tradizionali processioni, sacre rappresentazioni, vecchi modelli d’auto e motorini, è il riferimento alla difficile congiuntura economica italiana.

Adele (Celeste Casciaro, moglie del regista) è una donna dura e senza sorriso che gestisce un piccolo laboratorio manifatturiero con il fratello e la sorella Maria Concetta (Barbara De Matteis), unica laureata della famiglia e appassionata di teatro. Le cose non vanno bene: Adele ha contratto un debito importante con una finanziaria e perso una grossa commessa con un produttore del Nord.

L’impossibilità di restituire la somma spacca la famiglia: l’ex marito di Adele, umanissimo ma sempre nei guai, finisce in carcere, suo fratello è costretto ad emigrare in Svizzera e la casa di famiglia viene venduta per pochi soldi ad uno speculatore.

Per Adele, sua madre Salvatrice (Anna Boccadamo), sua figlia Ina (Laura Licchetta) e Maria Concetta, non resta che trasferirsi in una vecchia casa di campagna per coltivare la terra e tentare la via di un’economia di sussistenza che sarà la loro fortuna.

Il tema è di per sé molto insidioso, e combinato con i panorami incantevoli di assolate distese di ulivi sul mare blu e paesi della mura bianche, corre pericolosamente sul filo di una immagine buonista da decadente cartolina turistica del Sud ‘povero ma bello’.

Winspeare cerca di sottrarsi ai rischi costruendo la storia — non sempre plausibile ma sicuramente non scontata — di quattro donne di tre generazioni diverse, fra loro in opposizione ma sempre unite, in un contesto spesso sgradevole e logorato dal degrado e dall’emarginazione. E se il sottotesto del valore del ritorno alla terra e della decrescita felice è meno originale, va dato però atto al regista di aver saputo infondere una vena di singolare umanità ai suoi difficili personaggi.

In grazia di Dio, è, d’altra parte, un film ecologico e sostenibile, come lo ha definito il regista: girato in Salento con attori non professionisti e con un piccolo budget integrato con lo scambio di prodotti alimentari offerti da sponsor e privati.

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