27/03/2014 - L'opera seconda di Rolando Ravello in sala il 3 aprile con 01 è una commedia romantica. Protagonisti Ambra Angiolini e Edoardo Leo

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scheda film], opera seconda di Rolando Ravello in sala il 3 aprile con 01, comincia con il classico "c'era una volta un principe e una principessa" e mantiene la promessa: è una fiaba moderna, intrisa di humour, i cui protagonisti Bea (Ambra Angiolini) e Roberto (Edoardo Leo, Smetto quando voglio [+leggi anche:
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intervista: Sydney Sibilia
scheda film]) si incontrano sul portone di una psicanalista per via dei loro rispettivi disturbi: lei è narcolettica, lui è cleptomane. Una storia d'amore non facile, anche perché Bea ha delle improvvise perdite di memoria e resetta interamente la sua vita, tanto da portare sempre con sé un voluminoso librone nel quale annotare tutto.

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Niente a che vedere con Memento o My Own Private Idaho, semplicemente una commedia sentimentale che ha lo scopo, come sottolinea a Cineuropa il regista, "di dare al pubblico una qualche emozione". Rolando Ravello è prima di tutto un attore, ha esordito nel 1995 con Ettore Scola in Romanzo di un giovane povero, ma la sua prima regia, Tutti contro tutti [+leggi anche:
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intervista: Rolando Ravello
scheda film], ha ricevuto una buona accoglienza dalla critica e ha vinto il premio del pubblico al festival di Nantes lo scorso febbraio. "Aver recitato per tanti anni mi spinge a stare più attento alle necessità degli interpreti dei miei film. Mi piace misurarmi con loro, affidarmi al loro giudizio, tanto che prima delle riprese abbiamo discusso ogni singolo personaggio della sceneggiatura", spiega Ravello, includendo anche gli altri interpreti Paolo Calabresi e Susy Laude. 

Scritto da Paolo Genovese (regista di Tutta colpa di Freud [+leggi anche:
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scheda film]) e Edoardo Falcone  su soggetto di Massimiliano Bruno (Viva l'Italia [+leggi anche:
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scheda film]), Ti ricordi di me? è stato prodotto da Marco Belardi (Lotus Production). E' stato lui a offrire la regia a Ravello. "Ho accettato e sono andato d'istinto, mi sono affidato all'emozione più che alla razionalità". Perché i protagonisti soffrono proprio di queste due patologie? "Avevano un senso preciso nella mia visione dei personaggi. Sono due persone che hanno, per motivi diversi, un vuoto affettivo che colmano con queste fobie. Lui ruba per potere essere colto in flagrante e sgridato, come un bambino. Lei ha perso i genitori e vive nuove vite per sentirsi protetta. Questo servirà a farli incontrare e 'riconoscersi', guariranno per poi perdersi di nuovo".