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FESTIVAL Svizzera

Dark Star: HR Gigers Welt, un ritratto luminoso di un artista inafferrabile

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- La regista e giornalista svizzera Belinda Sallin presenta in prima mondiale allo Zurich Film Festival il suo primo film documentario

Dark Star: HR Gigers Welt, un ritratto luminoso di un artista inafferrabile

Con il suo primo documentario, Dark Star: HR Gigers Welt presentato allo Zurich Film Festival nella nuova sezione “Focus Svizzera, Germania, Austria” Belinda Sallin ci regala un ritratto sincero e toccante di un artista tanto particolare da sfiorare quasi il misticismo. Attraverso un’approfondita analisi non solo dell’artista ma anche e soprattutto dell’uomo che si nasconde dietro il mito, la regista svizzera dipinge con sincerità gli ultimi anni di una delle personalità svizzere più atipiche del nostro tempo.

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Sebbene la precaria situazione di salute di HR Giger abbia reso incerta la realizzazione del documentario, il clima che questa crea, sorta di momento sospeso fra due mondi, dà al film una profondità unica. Forse è proprio questa precarietà a distinguere il documentario di Belinda Sallin da tutti gli altri ritratti che sono stati fatti del mitico artista svizzero. Nei pochi momenti che gli sono concessi la regista svizzera sembra carezzare l’ombra che Giger lascia dietro di sé ad ogni passaggio. Come le sue stesse opere il mitico artista grigionese splende di una luce estremamente particolare, cupa e allo stesso tempo abbagliante. Sempre vestito di nero ma illuminato da uno sguardo che tradisce un carattere straordinariamente irrequieto e ironico, Hansruedi (come lo chiamano le persone che gli sono vicino) abita ogni corridoio di una casa che sembra fatta di carne ed ossa. Ed è proprio a partire da questa straordinaria dimora, infestata dai ricordi e da oggetti di ogni sorta, che Belinda Sallin comincia a dipingere il ritratto di HR Giger.

Entrare nella sua casa di Zurigo Örlikon è quasi come avventurarsi nella sua stessa testa. Mano a mano che il suo corpo ha cominciato a indebolirsi, trasformandosi in un sottile involucro diafano, la sua casa l’ha in qualche modo sostituito proteggendolo dal mondo esteriore. Arrivato ad un’età in cui l’opinione altrui ha ben poca importanza Giger si presenta davanti alla telecamera in modo completamente sincero regalandoci dei preziosissimi momenti di intimità. Come lui stesso ha sottolineato fin dall’inizio, non ama parlare della sua arte ed è per questo che Belinda Sallin ha dovuto trovare degli stratagemmi per coglierne l’essenza. Giger parla poco ma esprime molto, non solo in termini verbali ma soprattutto attraverso la sua persona, attraverso il suo modo di rivolgersi agli altri (sempre estremamente generoso), attraverso il rapporto segreto che intrattiene con le cose, agli oggetti che lo circondano. Come dicono le persone che frequentano quotidianamente la sua dimora, Hansruedi è sempre presente anche se a volte è difficile scorgerlo. 

Ciò che Dark Star: HR Gigers Welt ci mostra è la straordinaria capacità di Giger a sentirsi a suo agio all’interno del suo mondo fatto di strane creature direttamente uscite dai nostri incubi. Al contrario di molti artisti HR non separa il suo modo artistico e la sua vita quotidiana, al contrario riesce a fondere così bene questi due universi da non volerne più uscire. A furia di guardare il male, l’incubo dritto negli occhi Giger è riusciro in qualche modo ad esorcizzarlo, a domarlo, regalandoci immagini di una bellezza rara e velenosa. Grazie al ritratto di Belinda Sallin scopriamo un artista unico e sicuramente troppo incompreso che ha saputo addentrarsi nel profondo delle sue paure trovando così la luce oltre l’oscurità. 

Dark Star: HR Gigers Welt è venduto nel mondo da T&C Edition.

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