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FESTIVAL Israele

Un impegno soffocante in Next to Her

di 

- L’opera prima di Asaf Korman sostenuta da buone performance e un colpo di scena inatteso

Un impegno soffocante in Next to Her

Proposto in anteprima in Quinzaine a Cannes e il prossimo fine settimana all’Haifa International Film Festival, Next to Her, debutto di Asaf Korman, è la complessa storia di Chelli (Liron Ben-Shlush), graziosa guardia di sicurezza di una scuola superiore la cui vita ruota intorno alla sorella minore, disabile mentale, Gabby (Dana Igvy). Tra le sorelle c’è una evidente dipendenza reciproca, che non funziona per nessuna delle due – Gabby sta chiusa a casa quando Chelli va a lavorare, perché Chelli non accetta il ricovero di Gabby in una struttura assistenziale. Le due donne passano invece il loro tempo insieme a guardare la TV, coccolarsi e fare il bagno insieme - è chiaro che la devozione di Chelli per la sorella disabile non è sana.

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Dopo alcune minacce dei servizi sociali per aver lasciato Gabby da sola durante il giorno, Chelli è costretta a farla ricoverare in una struttura. Per Chelli è una sfida maggiore che per Gabby, alla quale il cambiamento sembra piacere. Le cose per Chelli migliorano quando incontra Zohar – trentenne istruttore di educazione fisica che vive con la madre. Chelli è piacevolmente sorpresa dal modo in cui l’uomo sembra adattarsi alla vita poco ortodossa condotta da lei e Gabby, e presto Zohar si trasferisce con le due sorelle. Ma dopo poco, diventa evidente che Zohar potrebbe trasformarsi in un terzo incomodo in casa, dato l’impegno soffocante di Chelli nei confronti della sorella. Le cose avranno una svolta shockante alla fine del film, e un inatteso colpo di scena.

Il regista e montatore Korman ha scritto Next to Her con la moglie e la protagonista del film, Ben-Shlush, che ha basato lo script sulle sue esperienze reali con la sorella. Il fatto ha un valore in un ritratto così realistico della relazione soffocante tra Chelli e Gabby. Ma in nessun modo la performance di Igvy va sottovalutata – il suo ritratto di Gabby è così convincente da far pensare che sia davvero disabile. La prova le ha fatto guadagnare il Premio dell’Israeli Film Academy alla Miglior Attrice non Protagonista all’inizio dell’anno.

In ultimo, va menzionata la fotografia intelligente di Amit Yasur – la maggior parte del film si svolge nel disordinato monolocale di Chelli, e la macchina da presa rende al meglio l’ambiente claustrofobico con primi piani estremi.

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(Tradotto dall'inglese)

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