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INDUSTRIA Francia

Pirateria e cronologia dei media: questioni future in cantiere

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- Il ministro della Cultura ha rimesso la lotta alla pirateria tra le priorità. Continuano le trattative per la programmazione delle opere

Pirateria e cronologia dei media: questioni future in cantiere
© Julien Attard

Nel ricordare, durante i 24mi Incontri Cinematografici organizzati dall’ARP a Digione, "la preferenza del governo per una risposta graduale" e nell’elencare qualche misura concreta (lista nera dei siti illegali, carta degli agenti pubblicitari online e dei servizi di pagamento su Internet, rafforzamento dei servizi di cybercriminalità, ecc.), Fleur Pellerin, ministro francese della Cultura, ha risposto all’inquietudine crescente dei professionisti francesi del cinema e della televisione. "La pirateria è tornata ad essere una piaga massiccia che comincia a pesare significativamente sull’attività delle televisioni", ha dichiarato Rodolphe Belmer (direttore generale di Canal+).

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In compenso, i poteri pubblici vorrebbero che i professionisti del cinema accettassero una maggiore elasticità riguardo alla programmazione delle opere, in particolare nel campo dello SVoD (video on demand per abbonamento la cui finestra si apre solo 36 mesi dopo l’uscita dei film nelle sale) offrendo, ad esempio, un vantaggio temporale ai servizi che rispettano gli obblighi di finanziamento della creazione. Ma altre ipotesi sono al vaglio, come l’organizzazione (suggerita dal cineasta Michel Hazanavicius) di anteprime digitali o la possibilità di deroghe sull’esposizione in VoD delle opere non pre-acquistate dai canali TV.

Altrettante piste di riflessione che si scontrano al momento con diversi elementi che bloccano le trattative tra professionisti. Da una parte Canal+, principale finanziatore del cinema francese, tiene fermamente alla sua finestra esclusiva di 12 mesi (che comincia 10 mesi dopo l’uscita in sala) e sottolinea che gli esperimenti che ha condotto dimostrano che la pirateria non è legata alla mancata disponibilità delle opere o al ritardo della loro messa a disposizione. Dall’altra parte, oltre al fatto che i professionisti del cinema francese (produttori, distributori, esercenti) non tengono a destabilizzare Canal+, Marc Missonnier (Fidélité Films – presidente dell’Associazione dei Produttori di Cinema) ha sottolineato che "nessuno ha interesse ad anticipare la finestra SVoD perché nessun attore è pronto a contribuire in maniera importante in cambio di un’anticipazione della finestra a 24 mesi".

Secondo uno studio dell'APC, 5 milioni di abbonati SVoD non genererebbero infatti che il 7 M€ d'investimenti all’anno nelle opere francesi, rispetto ai 130€ provenienti dai canali in chiaro e i 170 M€ dei canali criptati. Cifre che parlano da sole e che dissuadono le organizzazioni professionali dall’innescare un effetto domino sulla cronologia dei media (spostare una finestra obbligherebbe tutte le altre a muoversi), anche se nessuno è apertamente ostile a qualche esperimento (tranne le sale che vogliono assolutamente preservare l’inviolabilità della loro prima finestra).

I poteri pubblici francesi, tuttavia, non hanno detto l’ultima parola e le trattative future sugli obblighi che legano Canal+ e il cinema francese potrebbero subire delle evoluzioni.

Presente a Digione, Lucia Recalde Langarica, nuovo capo unità MEDIA – Europa Creativa ritiene, da parte sua, che gli esperimenti dovrebbero essere effettuati in funzione delle caratteristiche dei diversi paesi e che esiste una specificità francese (gran numero di sale e pubblico fidelizzato), cosa che non è nei paesi dell’Europa dell’Est o in certi territori del Sud del Vecchio Continente.

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(Tradotto dal francese)

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