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ROMA 2014 Cinema d’Oggi

La scelta di Biagio

di 

- Pasquale Scimeca racconta nel suo nuovo film, in concorso al Festival di Roma, la storia vera di un uomo che si è spogliato di tutti i suoi beni per vivere nella natura e aiutare i più deboli

La scelta di Biagio
Marcello Mazzarella in Biagio

Che cosa c’è di più rivoluzionario, in una società in cui dominano materialismo, consumi sfrenati e sopraffazione, se non rinunciare a tutto per vivere a contatto con la natura, rinnegare il denaro e prendersi cura del prossimo? E’ quello che pensa Pasquale Scimeca di Biagio Conte: “L’uomo più rivoluzionario che conosca, perché la rivoluzione si fa con i fatti, non solo con le parole”. La sua storia, quella di un uomo che si è spogliato di tutti i suoi beni per aiutare i più deboli, è raccontata in Biagio [+leggi anche:
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scheda film
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, che il regista palermitano ha presentato al 9° Festival di Roma, terzo italiano in concorso nella sezione Cinema d’Oggi.

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“Prima avevo tutto e non ero mai contento. Ora non ho niente e sono sereno”, ci dice Fra Biagio dallo schermo. Classe 1963, figlio di una famiglia benestante, fino ai 25 anni vive “distratto dalle cose del mondo” e schiavo dei beni materiali. Poi guardandosi attorno, scopre la sofferenza, vede persone che dormono per terra alla stazione e bambini che giocano fra l’immondizia nei quartieri degradati di Palermo. Così decide di lasciare padre, madre e ditta di famiglia per dedicarsi ai poveri, avviando un lungo e faticoso cammino.

Il film di Scimeca parte dall’inizio di quel cammino, dai primi tempi da eremita sulle montagne dell’hinterland siciliano all’incontro con un pastore che gli diventa amico, e quello con un cane (ribattezzato Libertà) che rimarrà sempre al suo fianco; poi il viaggio verso Assisi, sulle orme di San Francesco, durante il quale si nutre esclusivamente della carità della gente, che siano contadini, bambini o senzatetto come lui. L’eremita si trasforma via via in un missionario laico che aiuta gli altri. Così, torna in Sicilia e fonda la sua prima comunità (oggi ne ha tre).

Perché un film su Biagio? “Lui non voleva che lo facessimo, temeva di peccare d’orgoglio. L’ho convinto dicendogli che il suo esempio poteva essere utile a tanti”, spiega il regista, ammettendo di aver intrapreso lui stesso un cammino verso la spiritualità, “la crisi economica che stiamo vivendo è anche una crisi di ideali, è un problema che riguarda noi tutti”. Marcello Mazzarella, l’attore che lo interpreta con grande sensibilità, considera Biagio un alter ego: “Anch’io sono stato un ultimo”, racconta, “ho avuto grosse difficoltà, per tre anni ho vissuto per strada, e non dimenticherò mai le persone che mi hanno fatto del bene”.

A partire da fine novembre, Scimeca comincerà a distribuire il film da sé – con la sua società Arbash, che lo ha anche prodotto – contando sull’appoggio dell’Acec, circuito di sale cattoliche che conta circa 500 schermi. La distribuzione internazionale di Biagio è affidata a Raffaella Di Giulio di Fandango.

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