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SOLETTA 2015

Dora or the Sexual Neuroses of Our Parents sfida il concetto di "normalità"

di 

- Con il suo ultimo film, Stina Werenfels ci invita a tuffarci in un mondo atipico, ingenuo e libero

Dora or the Sexual Neuroses of Our Parents sfida il concetto di "normalità"
Lars Eidinger e Victoria Schulz in Dora or the Sexual Neuroses of Our Parents

Presentato in prima mondiale alle Giornate di Soletta (Prix de Soleure) e programmato nella sezione Panorama Special della Berlinale, Dora or the Sexual Neuroses of Our Parents [+leggi anche:
trailer
intervista: Stina Werenfels
scheda film
]
della regista svizzera Stina Werenfels ha tutte le carte in regola per imporsi con forza nel panorama cinematografico internazionale. 

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Dopo una lunga pausa (ha fatto il suo debutto nel 2006 con Going Private,anch’esso presentato alla Berlinale) Stina Werenfels ritorna con un film particolare che solleva delle questioni scomode obbligandoci a confrontarci con il dilemma universale della “normalità”.

Dora (magnifico primo ruolo per l’esordiente Victoria Schulz) ha 18 anni, è ormai adulta o per lo meno dovrebbe esserlo. Sì, perchè in realtà Dora non è esattamente una ragazza come tutte le altre. Se la sua mente così come la sua percezione del mondo sono quelli di una bambina il suo corpo non ha però mai smesso di svilupparsi. Quest’apparente inadeguatezza potenziata da una spiccatissima curiosità spaventa i suoi genitori che si sentono sopraffatti da una situazione sconosciuta. 

Questo disorientamento è dovuto al fatto che Dora ha smesso da poco di prendere i suoi farmaci e questo ha completamente scombussolato il suo “tranquillo” quotidiano. Dopo anni passati in uno stato di semiveglia Dora sembra riprendere possesso del suo corpo. Affamata di emozioni e libera dai pregiudizi che imprigionano i cosiddetti “normali”, la protagonista di Dora or the Sexual Neuroses of Our Parents si lancia alla scoperata del mondo e del suo corpo per imbattersi finalmente nella sessualità. Sebbene questa si manifesti in modo apparentemente brutale, Dora non sembra sconvolta, al contrario il suo attaccamento nei confronti del suo improbabile amante non smette di crescere fino a stravolgere il suo intero nucleo famigliare. In effetti proprio mentre sua madre tenta disperatamente di avere un secondo figlio, è proprio lei a rimanere incinta. Un affronto che malgrado un’abbondante dose di buona volontà farà esplodere un equilibrio familiare faticosamente costruito.

Ciò che rende l’ultimo film di Stina Werenfels particolarmente interessante è la sua assenza di dogmatismo, il suo lasciar parlare la sensibilità di ognuno creando un puzzle di punti di vista che toccherà allo spettattore riunire. Sebbene il comportamento dell’amante di Dora, Peter (un sorprendente Lars Eidinger), sia moralmente punibile, la sua mancanza di scrupoli permette comunque a Dora di godere di emozioni che lei stessa rivendica e che vive senza quel sentimento di abuso che scaturisce dalla nostra percezione della cose. I piani soggettivi che mettono in evidenza la percezione particolare di Dora che ingigantisce dettagli per noi insignificanti sono particolarmente toccanti e rivelatori della nostra visione limitata delle cose. 

L’adattamento che Stina Werenfels ha fatto della pièce del drammaturgo svizzero Lukas Bärfu ci spinge a riconsiderare, a volte in modo brutale, temi viscerali come la gelosia e la rivendicazione del nostro vero io in un andirivieni costante fra emozioni e realtà, fra lecito e proibito. Sebbene quelle dei genitori di Dora siano più paure che nevrosi, il cambiamento repentino di comportamento della loro figlia li obbliga a confrontarsi con la loro stessa concezione di “normalità” (che si riallaccia tanto alla vita di Dora quanto alla loro). Come detto da Peter “siamo tutti handicappati”, forse non fisicamente o mentalmente come Dora ma lo siamo spesso sentimentalmente, rinchiusi in un guscio di desideri inespressi e necessità ignorate. E questo che Dora ci insegna e quello su cui Stina ci obbliga a riflettere.

Dora or the Sexual Neuroses of Our Parents è coprodotto da Dschoint Ventsch Filmproduktion, Niko Film, Aleppo Films, Schweizer Radio und Fernsehen e Magmafilm GmbH e venduto nel mondo da Wide Management.

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