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INDUSTRIA Francia

258 lungometraggi prodotti nel 2014

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- La leggera flessione del 4,6% del numero di film si accompagna a una severa contrazione del 20,2 % degli investimenti a 994,13 M€

258 lungometraggi prodotti nel 2014

Un po’ meno film con molti meno soldi: è questa la conclusione lapidaria che si può trarre dal bilancio della produzione cinematografica francese nel 2014 svelato dal CNC.

258 film sono stati prodotti l’anno scorso (contro 270 nel 2013 e 279 – numero record – nel 2012) di cui 203 d’iniziativa francese (FIF - sei in  meno rispetto al 2013) e 55 coproduzioni minoritarie (-6). Se il numero di film 100% francesi resta più o meno stabile (152 l'anno passato contro 154 nel 2013 e 150 nel 2012), la tendenza al ribasso prosegue sul fronte delle coproduzioni internazionali con 106 lungometraggi nel 2014 (116 nel 2013 e 129 nel 2012) prodotti con almeno un paese straniero.

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Per il terzo anno consecutivo, gli investimenti calano, ma stavolta in maniera molto significativa. Dopo la diminuzione del 3,4% nel 2012 e del 7,2% nel 2013, sono infatti crollati del 20,2% l'anno scorso a 994,13 M€. Nel dettaglio, i FIF hanno captato 799,18 Md€ (-21,7 %) nel 2014 e i film d’iniziativa straniera 194,95 M€ (-13,6 %). Da notare che il budget medio dei FIF ammonta ormai a 3,94 M€, e la differenza salta all’occhio rispetto al 2013 (4,88 M€).

 

Questa severa contrazione degli investimenti ha avuto impatto soprattutto sui lungometraggi di grosso budget giacché 17 FIF hanno superato i 10M€ di budget nel 2014 contro 19 nel 2013 e 33 nel 2012. Un quadro che si spiega con la rarefazione dei budget più alti, con soli tre film di oltre 15M€ l'anno scorso (12 l'anno precedente e tra i 9 e i 18 ogni anno durante il decennio passato). In compenso, i lungometraggi che rientrano nella tranche di budget 2-4 M€ sono nettamente cresciuti, con 61 film (contro 47 nel 2013).

La riduzione degli investimenti, che sembra aver subito un’accelerazione nel secondo semestre 2014 (leggi la news), è dovuta a diversi fattori: una congiuntura economica nazionale tesa, un panorama meno favorevole per le televisioni (principali fonti di finanziamento del cinema), le conseguenze del nuovo contratto collettivo del cinema che ha rincarato i costi di produzione, una maggiore prudenza dei distributori nei loro impegni in MG (minimo garantito), un’autoregolamentazione del settore dopo certe derive in materia di cachet artistici sopravvalutati e di produzioni sovrafinanziate... Resta ora da sapere se la produzione francese (che non manca di assi nella manica e beneficia di una solidissima rete di protezione che assicura un volume conseguente di finanziamenti) potrà continuare a produrre altrettanti film con risorse in così netta flessione. Una questione che dovrebbe trovare una prima risposta nel risultato della rinegoziazione, quest’anno, degli accordi con Canal+ (finanziatore numero uno del cinema francese). 

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(Tradotto dal francese)

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