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CANNES 2015 Proiezione speciale

Il condominio dei cuori infranti: amore, bellezza e tanto cemento

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- CANNES 2015: Samuel Benchetrit offre una prospettiva diversa dell’ambiente delle case popolari (dove è cresciuto) e rinnova la sua formula comica

Il condominio dei cuori infranti: amore, bellezza e tanto cemento
Isabelle Huppert in Il condominio dei cuori infranti

Con solo cinque film al suo attivo, Samuel Benchetrit ha saputo distinguersi in modo netto. Come regista, presenta spesso personaggi comici che cercano di superare difficoltà e delusioni, e attira lo spettatore verso il mondo dei fabliaux picareschi. Mondo in cui tutti sono peccatori o pazzi, ma in cui alla fine nessuno rimane ferito.

Una frase della sua opera prima, Janis & John, sembrava persino presagire sotto i migliori auspici tutta la filosofia dei suoi film: "Ogni giorno ci sentiamo come se stessimo lottando contro tutta l'umanità, quando in realtà nessuno sa che esistiamo". Questo isolamento è esattamente ciò che vediamo in Il condominio dei cuori infranti [+leggi anche:
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(proiezione speciale del programma ufficiale di Cannes 2015). Solo che questa volta l’opera di Benchetrit si compone di tre storie legate fra loro da una palazzina fatiscente e squallida. Vediamo sei personaggi, tutti ugualmente soli e comici, che piano piano vanno a formare delle coppie. Solitari che trovano amanti, figli che trovano madri, così il film esplora con grande successo l'impatto sociale dei progetti di edilizia residenziale pubblica. La prima immagine è proprio quella di un blocco di appartamenti in fase di demolizione.

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Ma questo non è L’odio. Le palazzine di Benchetrit sono ferme (con la nostalgia che lo caratterizza) in un momento indefinito tra gli anni Ottanta e il presente. I suoi tipici grigi, marroni e beige proliferano in quasi ogni frame e i personaggi sono spesso ripresi da dietro. Il risultato è un interessante e travolgente senso della dislocazione e separazione di questo mondo, in cui è riconoscibile una sottile critica.

Ma l'ossessione prevedibile di Benchetrit per le crisi umane (spesso maschili) e i personaggi i cui nomi finiscono in "Stern" non risulta affatto noiosa. Tutti i tuoi fabliaux hanno uno stile di montaggio attraente e forte che va sommandosi al grande umorismo visivo che il regista dimostra di saper utilizzare da 14 anni. Continua infatti a ricorrere con grande maestria alle performance esagerate e brillantemente goffe del suo cast francese (in una produzione, questa, molto francese), solo che stavolta vi introduce anche l'attore americano Michael Pitt (la cui barriera linguistica gli permette di spingere ancora più in là l’umorismo non verbale, come una strizzata d’occhio chapliniana al cinema muto e allo slapstick che Benchetrit chiaramente adora).

Ma Pitt non è l'unica sfumatura introdotta dal regista. Il condominio dei cuori infranti è molto più naturalistico e sobrio dei suoi film precedenti. Anche i consueti dialoghi brillanti sono qui ridotti. In compenso, il regista ha rafforzato le opposizioni caratteristiche dei fabliaux. Così vediamo cose come giovani che si innamorano di vecchi in scene divertenti e rinfrescanti, mentre un astronauta americano atterra in modo surreale sul tetto di una palazzina popolare in Francia...

Questa concezione più moderata della comicità sembra aver portato Benchetrit e il montatore Thomas Fernandez ad affinare in modo considerevole l’uso dei tagli. Di volta in volta, le molteplici narrazioni permettono loro di introdurre una boutade, passare a un’altra storia e poi tornarvi per un ulteriore schiaffo, con una scattante battuta finale. Il che vuol dire che la qualità tecnica del film, la sua ingegnosità visiva e l’intensità del suo ritratto sociale giustificano ampiamente la sua presenza nella selezione ufficiale a Cannes.

Il condominio dei cuori infranti è rappresentato da TF1 International e sarà distribuito in Francia da Paradis Films.

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(Tradotto dall'inglese)

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