email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

CANNES 2015 Semaine de la Critique

Mediterranea, dietro i "flussi migratori" ci sono persone

di 

- CANNES 2015: Il regista trentenne Jonas Carpignano firma un docu-film sull'immigrazione. Con occhio ostinato e poco indulgente, attraverso immagini essenziali e rigorose

Mediterranea, dietro i "flussi migratori" ci sono persone

Nessuno si illude di poter trovare una vera soluzione per governare i flussi migratori. L’Agenda messa a punto dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker è una buona base di partenza per portare l’Unione europea a condividere un’emergenza che continuerà nei prossimi anni. La retromarcia di alcuni Paesi sulla distribuzione dei profughi in base alle quote è dettata dalle resistenze politiche interne, le paure dei cittadini, l’incertezza sul funzionamento di un sistema di ricollocazione soggetto all'instabilità dei Paesi africani e del Medio Oriente.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

L'immigrazione è il tema del momento. Per questo ben si colloca il docu-film di Jonas Carpignano, Mediterranea [+leggi anche:
trailer
intervista: Jonas Carpignano
scheda film
]
, che approda alla Semaine de la Critique del Festival di Cannes, per raccontare il viaggio di due uomini dal Burkina Faso verso l'Italia, dove si ritroveranno a Rosarno, in Calabria, nei giorni della furiosa rivolta del 2010.

Il tema era già stato affrontato dal regista con un corto intitolato A Chjàna, premio Controcampo alla 68a Mostra del Cinema di Venezia e Nastro D'argento Menzione Speciale dei giornalisti cinematografici italiani (SNGCI). Trentenne con madre originaria delle Barbados e padre italiano, Carpignano ha trascorso la sua vita tra New York e l'Italia. Il suo ultimo cortometraggio A Ciambra ha vinto il Premio Discovery alla 53ma Semaine de la Critique a Cannes. Carpignano ha inoltre partecipato al Sundance Writers & Directors Lab nel 2012 e ha ricevuto il Mahindra / Sundance GFA Award.

 Protagonista di Mediterranea è Ayiva (Koudous Seihon) che parte con l'amico Abas (Alassane Sy) dalla capitale Ouagadougu, attraversando il deserto, tra terrificanti escursioni termiche e attacchi di predoni armati, per giungere in Libia e salire su uno sgangherato gommone verso le coste della Sicilia. Con occhio ostinato e poco indulgente, attraverso immagini essenziali e rigorose, il giovane regista riporta fedelmente la riduzione in schiavitù dei protagonisti provenienti dal “paese di uomini liberi e fieri", costretti in Calabria a raccogliere le arance a ritmi disumani e per pochi euro.  La tensione sale e, come ha raccontato la cronaca di quei giorni, la criminalità del luogo scatenerà presto la "caccia all'immigrato".

Ayiva e Abas sono i due aspetti di una stessa persona,  le due facce di una stessa medaglia, come ha sottolineato lo  stesso regista. Rappresentano due modi complementari di affrontare la vita in un Paese straniero. E dimostrano che dietro le "quote di distribuzione" ci sono uomini e donne, in carne ed ossa, sentimenti ed emozioni.

Mediterranea è una coproduzione tra l'italiana Good Films e una cordata di società di diversi Paesi: Francia-Germania-Usa (quest'ultimo con il regista-produttore Chris Columbus). Le vendite estere sono affidate alla messicana NDM. Jonas Carpignano lavorerà adesso con la Cinefondation del Festival di Cannes per trasformare in un lungometraggio il corto A ciambra, storia di Pio, un ragazzino rom di Gioia Tauro.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy