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VENEZIA 2015 Orizzonti

Mountain: una questione di scelte

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- VENEZIA 2015: Lo spazio - il modo in cui unisce e separa - è fondamentale per lo Stato di Israele ed è al centro del lungometraggio di debutto di Yaelle Kayam, in anteprima nella sezione Orizzonti

Mountain: una questione di scelte
Shani Klein in Mountain

Mountain è il film d'esordio della regista e sceneggiatrice israeliana Yaelle Kayam, proiettato nella sezione Orizzonti della Mostra del Cinema di Venezia. Sebbene il suo titolo sia generico e vago, la location del film è in realtà più che carica di storia: il Monte degli Ulivi, fuori dalla Città Vecchia di Gerusalemme. Qui, dove l'Islam, il Cristianesimo e l'Ebraismo si fondono in un unico luogo, la Kayam ha ambientato la storia di Tzvia (Shani Klein), una donna ebrea ortodossa che vive con il marito, Reuven, e i loro figli nel più antico cimitero ebraico attivo. La montagna la introduce a un altro mondo - ma un giorno è costretta a scegliere da che parte stare.

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La routine della quotidianità è evidenziata dalle immagini e dal montaggio, con scene identiche di Tzvia che si sveglia nel suo letto. Allunga il braccio in cerca del marito, per poi trovarlo completamente immerso nella sua preghiera. E così il ritmo quotidiano continua - finché una notte non assiste a un amplesso tra le lapidi. Dopo l'inizio da voyeur, la donna viene attirata in questo mondo delle prostitute e passa le notti in mezzo a loro, mettendo alla prova i confini del suo stile di vita ortodosso. Prende parte ad entrambi i mondi a patto che non si incontrino, ma quando una notte uno degli uomini dalle orge notturne la segue fino a casa, deve scegliere ed è costretta ad adottare misure estreme.

Il tema della separazione spaziale è dominante in Mountain della Kayam. Viene dapprima introdotto in una scena al desco familiare: riferendosi a un passo del Libro di Zaccaria in cui il Monte degli Ulivi si dividerà in due, una delle figlie chiede su quale parte si troverà la loro casa. I genitori rispondono che lo sapranno solo allora, in quel momento - una domanda cruciale per lo sviluppo del film che rimane senza risposta. Da che parte stia il film rimane un altro mistero. Mentre le immagini riescono a catturare poeticamente il significato di spazio, l'astrattezza del racconto in alcuni punti porta semplicemente lo spettatore ad arrovellarsi - o a vagare.

La Kayam dice del suo lavoro che è "interessata ad esplorare i personaggi attraverso l'utilizzo del paesaggio, e a metterli in ambienti estremi che li limitano ma consentono loro di trasformarsi". E così fa, utilizzando il sito culturale del Monte degli Ulivi. Tutti cercano di trovare qualcosa di diverso in questo posto, ognuno con una percezione diversa. La trasformazione avviene pertanto nella donna ortodossa, ma mentre scende dalla montagna, come un Messia, non è chiaro se sia cambiata in meglio o in peggio. La montagna è stata divisa in due, ma chi sta su quale parte?

Mountain, coprodotto da Israele e Danimarca, è venduto all'estero dall'agente di vendite francese Films Distribution.

In collaborazione con

 

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(Tradotto dall'inglese)

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