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SOLETTA 2016

Like a Cast Shadow, un viaggio psicotico tra le rassicuranti mura domestiche

di 

- Il primo lungometraggio di Michael Krummenacher è in lizza per il Premio del pubblico alla 51ma edizione delle Giornate di Soletta

Like a Cast Shadow, un viaggio psicotico tra le rassicuranti mura domestiche
Anne Ratte-Polle in Like a Cast Shadow

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, fa rabbrividire il pubblico delle Giornate di Soletta grazie a un primo lungometraggio velenoso e seducentemente violento. Like a Cast Shadow (Sibylle) [+leggi anche:
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è un film al contempo ammaliante e pericoloso, sorta di canto delle sirene al quale si cede malgrado si percepisca l’imminente pericolo.

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Krumenacher ha deciso di tenere lo spettatore sveglio, molto sveglio, in un costante sentimento di allerta, alla ricerca di una verità che non smette di modificarsi. Ed è proprio questa instabilità del reale ad interessare il nostro regista elvetico, una realtà che non è unica e tangibile ma che al contarario non fa che trasformarsi e rigenerarsi svelando una verità che è spesso doloroso affrontare. Come facciamo ad essere sicuri che quella che stiamo vivendo non sia che un’interpretazione della realtà stessa? Non è forse la nostra mente il barometro che ci può fare pericolosamente scivolare verso quella che chiamiamo comunemente “pazzia”?

La vita di Sibylle Froebisch (Anne Ratte-Polle) sembra in apparenza perfetta e immacolata. Suo marito, con il quale ha fondato uno studio d’architettura, e i suoi due figli corollano un’esistenza che scorre tranquilla ed armoniosa. Malgrado ciò Sibylle soffre di un malessere che non riesce ad esprimere. Nemmeno la calma e la dolcezza di una vacanza in famiglia in Italia riescono a tranquillizzarla o a farle prendere sonno. Durante una passeggiata mattutina vicino (forse troppo vicino) alle scogliere del lago di Garda, la nostra (anti) eroina assiste al suicidio di una donna della sua età. Nulla sarà più come prima e al ritorno dalle vacanze l’alienazione prende progressivamente il posto della serenità familiare. Le similitudini tra la sua vita e quella della donna incontrata sulla scogliera aumentano in modo inquietante. 

Il regista riesce ad amalgamare con classe film di genere e ricerca stilistica creando un universo onirico dove bellezza rima con decadenza e terrore. La sua camera segue, o meglio bracca, Sibylle come un’ombra inquietante dalla quale è impossibile fuggire. I riferimenti a maestri del genere quali Dario Argento, soprattutto nei barocchi e ricercati movimenti di camera e nella messa in scena di abitazioni che diventano terribilmente umane (non a caso Sibylle e suo marito sono architetti), e Kubrick (The Shining) grazie all’utilizzo ossessivo del colore rosso e ai fiumi di sangue che sgorgano improvvisamente dai muri e dalle porte, sono innegabili. L’universo interiore di Sibylle si impadronisce improvvisamente del mondo che la circonda svelandole una realtà agghiacciante dalla quale non può più fuggire. Ormai è la sua mente o meglio la sua mente “deviata” a prendere il controllo della sua vita, sorta di autista ubriaco al volante di una macchina difettosa.

Michael Krumenacher ci conduce per mano in un mondo sensuale e pericoloso dove nulla è ciò che sembra, nemmeno quello ce credevamo ormai immutabile. Un film elegante e accattivante dal sapore pop. Decisamente rigenerante.

Like a Cast Shadow è venduto nel mondo da Passanten Filmproduktion.

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