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FILM Spagna

Capitán Kóblic: in fuga da se stessi

di 

- Con protagonisti l’argentino Ricardo Darín e la spagnola Inma Cuesta, questo western pampero di Sebastián Borensztein riflette sulla difficoltà di esorcizzare gli errori del passato

Capitán Kóblic: in fuga da se stessi
Ricardo Darín in Capitán Kóblic

Capitán Kóblic [+leggi anche:
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, coproduzione tra Argentina e Spagna, ha concorso all’ultima edizione del Festival di Malaga, aggiudicandosi due premi: al miglior attore non protagonista – Óscar Martínez – e alla miglior fotografia, ispirata opera di Rodrigo Pulpeiro (leggi la news). Diretto dal cineasta argentino Sebastián Borensztein (Cosa piove dal cielo [+leggi anche:
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), il film possiede il richiamo della presenza di due attori protagonisti sempre efficaci e credibili: Ricardo Darín, fresco di premio Goya per Truman [+leggi anche:
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, e Inma Cuesta, applaudita di recente per La novia [+leggi anche:
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, film che sta ottenendo più successo di pubblico in Francia e in Italia che nel proprio paese.

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Girato negli interminabili e, al contempo, malinconici paesaggi della pampa, Capitán Kóblic ci presenta il personaggio del titolo (Darín), un uomo che porta il fardello di un passato tremendo che vuole lasciarsi alle spalle, ma questo torna in modo doloroso e prepotente sotto forma di flashback che punteggiano l’azione lenta del film, che descrive un ambiente rurale non privo di bassezze, corruzione e miseria. Uno scenario che è puro limbo, uno spazio quasi senza tempo dove Tomás Kóblic spera di purificarsi, espiare la sua colpa e rinascere come essere umano con un minimo di dignità.

Ma lì, in quel deserto attraversato da un aereo agricolo (un simbolo potente che qui non sveleremo, ma lo spettatore capirà presto), si confronterà con un rivale (Martínez) che non solo gli ricorderà questo passato che vuole sotterrare, ma vuole anche che paghi per esso. Questo militare si imbatterà anche in una donna (Cuesta) intrappolata nella sua dolorosa biografia, i cui tentacoli infami arrivano fino al presente: riconoscere in lei una sensibile anima gemella e aiutarla a rompere le catene che la imprigionano serviranno da stimolo a Kóblic per superare il proprio senso di colpa.

Borensztein riesce, con una regia che fugge l’immagine da cartolina, poiché non cade nella facile tentazione di ostentare i bei scenari naturali dove ha girato, a costruire qualcosa come un western pampero e moderno, grazie a una trama dove gli antagonismi sono perfettamente delineati, senza trascurare l’elemento storico e politico del suo messaggio: le atrocità che furono commesse durante la dittatura militare di Videla in Argentina non possono né devono tornare a verificarsi. Trattare un tale soggetto, scomodo e doloroso (cosa che ha fatto anche, sul versante cileno, il documentario di Patricio Guzmán El botón de nácar [+leggi anche:
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), da una prospettiva di film di genere che non carica mai i toni e impiega la violenza solo in maniera argomentata e giustificata, aggiunge punti al suo lavoro come regista che controlla perfettamente i canoni del western, aiutato da un cast in armoniosa sintonia, con l’andalusa (sebbene nata, accidentalmente, a Valencia) Cuesta che parla in modo molto credibile con l’accento dell’interno dell’Argentina.

Capitán Kóblic è una produzione di Pampa Films, Gloriamundi Producciones, Telefe, Direct TV, Endemol Shine Argentina e Atresmedia Cine. La distribuisce DeAPlaneta.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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