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BRUSSELS FILM FESTIVAL 2016

Lazar: ritratto del risveglio morale di un giovane

di 

- Offrendo uno spaccato del contrabbando di rifugiati, il nuovo film di Svetozar Ristovski è una riflessione sulla disumanizzazione e su una società corrotta

Lazar: ritratto del risveglio morale di un giovane
Vedran Živolić in Lazar

Con il suo terzo lungometraggio, Lazar [+leggi anche:
trailer
intervista: Svetozar Ristovski
scheda film
]
, presentato in competizione al Brussels Film Festival, Svetozar Ristovski ritorna al tema di una società che sta corrompendo la sua popolazione. Mentre nel suo film macedone precedente del 2004, Mirage, un adolescente si trova ad affrontare le realtà crudeli della Macedonia subito dopo la dissoluzione della Jugoslavia, Lazar è ambientato ai giorni nostri, in cui le frontiere definiscono ancora la fede della gente, e narra della vita di un ventenne (Vedran Živolić), che vive illegalmente grazie al traffico di esseri umani verso l'Europa.

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Lazar descrive le realtà di un paio di anni fa, quando per i rifugiati, la Grecia era un ingresso verso la terra promessa dell'UE. Il film, quindi, rappresenta uno sguardo diretto alle radici del problema, che si è intensificato in Europa nel corso dell'ultimo anno, trasformando la Macedonia in parte della rotta dei Balcani, attraverso i quali migliaia di rifugiati sono passati alla ricerca di una vita migliore. Viene presentata una prospettiva assai audace: quella degli stessi trafficanti di esseri umani. Qui, la disoccupazione, la mancanza di opportunità e la corruzione costringono un gruppo di persone a lasciarsi coinvolgere nel contrabbando di rifugiati. La disumanizzazione delle persone contrabbandate è l'unico modo in cui i trafficanti possono andare avanti con il loro lavoro, e il regista ritrae efficacemente quest'aspetto con la macchina da presa: i rifugiati in Lazar non sono altro che ombre, figure senza nome né volto.

Il protagonista Lazar è discreto, intelligente ed efficiente, performance di debutto di Živolić, la cui interpretazione dei conflitti interiori, dei dubbi, del disgusto e dell'impotenza di un giovane intrappolato in un'impasse, avvince il pubblico. Tuttavia, l'attenzione del film non è tutta su Lazar, poiché i suoi incontri introducono molti altri personaggi che offrono varie rappresentazioni della Macedonia contemporanea: una giovane ragazza che vende piastrelle (Natasha Petrovic), sperando di tornare all'università, di cui Lazar si innamora; il cognato di Lazar (Dejan Lilic), uomo disperato schiacciato dai suoi fallimenti, che vuole rendere il figlio orgoglioso; la madre di Lazar, abbandonata dal marito, che è emigrato in Germania creandosi una nuova famiglia; e un giovane amico di Lazar che ha acquisito un passaporto bulgaro - il modo più semplice per ottenere un accesso diretto verso l'UE - e gli raccomanda di fare lo stesso.

Con la sua combinazione di vari e diversi elementi di dramma socio-realista e un pizzico di gangster movie francese, Lazar parla del risveglio morale di un giovane, mentre il vero amore e un tragico incidente gli fanno rivalutare le sue scelte di vita ed osservare più da vicino le persone che lo circondano - una pellicola accattivante che mette in discussione la (co)esistenza umana e il prezzo della sopravvivenza.

Il film è una co-produzione tra Macedonia, Croazia, Bulgaria e Francia, tramite Arizona Productions, Gala Film, Small Moves e MP Films. Arizona Films vende inoltre il film a livello internazionale e lo distribuisce in Francia.

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(Tradotto dall'inglese)

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