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LOCARNO 2016 Concorso

Correspondences: Rita Azevedo Gomes dà corpo alla poesia di Jorge de Sena

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- LOCARNO 2016: Con il suo film presentato nel Concorso Internazionale, la regista portoghese fa duettare poesia e immagini

Correspondences: Rita Azevedo Gomes dà corpo alla poesia di Jorge de Sena

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, in concorso per il Pardo d'Oro al Festival del Film Locarno ripercorre, attraverso la folta corrispondenza fra i poeti Sophie de Mello Breyner Andersen e Jorge de Sena, i lunghi anni d'esilio di quest'ultimo. Costretto ad abbandonare il proprio paese emigrando in un primo tempo in Brasile e poi negli Stati Uniti, Jorge de Sena, uno degli intellettuali portoghesi più influenti del XX secolo, tesse attraverso la sua folta corrispondenza una ragnatela sottile e tagliente che unisce il Portogallo alla sua terra d'esilio. Il dialogo fra i due poeti, fatto di nostalgia e nutrito dai versi che si scambiano incessantemente, si trasforma in puro lirismo. Non un lirismo sterile e dimostrativo ma al contrario cristallino e sincero. Una corrispondenza che diventa lo spazio dentro al quale gridare il proprio bisogno di libertà, un luogo apolide dove è la poesia ad imporre le sue leggi, lontano dall'avidità e dalla meschinità degli uomini. 

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Come lo spiega la stessa Rita Azevedo Gomes il film nasce da un incontro, il suo, con le lettere di Jorge de Sena, pubblicate per la prima volta nel 2005. Queste fanno rivivere nella regista dei ricordi d'infanzia dolorosi e intrisi di mistero, quelli di una bambina incapace di dare un volto ad una situazione, il fascismo, che sembrava insidiarsi in tutte le conversazioni degli adulti. Il regime come qualcosa di misterioso e segreto, un'ombra minacciosa e sfuggente che impersonifica la sua stessa infanzia.

Allo stesso tempo le lettere fra Jorge de Sena e Sophie de Mello Breyner Anderen bruciano d'attualità. Dal passato sembrano denunciare una realtà spaventosamente vicina, un'inquietudine ed uno sradicamento che sono parte integrante del nostro quotidiano. “Il Portogallo (come sinonimo di madre patria) non è più il mio porto” dice il poeta, una frase che suona così famigliare nelle nostre orecchie da diventare quasi irreale, banale nella sua crudeltà. Il ponte fra passato e presente ma anche fra quella che potremmo definire “casa” e la realtà nella quale viviamo, è rappresentato dagli amici  della stessa regista, filmati mentre dipingono, mentre sono concentrati sullo schermo del loro computer, mentre suonano. Come se le parole dei due poeti fossero la colonna sonora sorprendentemente fluida del loro quotidiano. Come se il tempo non fosse mai passato.

Come dare un volto alle poesia? Come fare dialogare parole e immagini? Invece di tessere una tela di rimandi che avrebbero impoverito le immagini fino ad annientarle, Rita Azevedo Gomes si è abbandonata ad una sperimentazione visiva delle più audaci. Le immagini, sorta di collage fra documenti d'archivio, tableaux vivants e quotidianità, rendono palpabile le parole senza imitarle. Correspondences gioca su una moltitudine di testure, di sensazioni, su una multisensorialità che nasce dall'istinto di una regista capace di credere nel suo istinto. Come lo dice la stessa Rita Azevedo Gomes, i motori del suo lavoro sono stati il bisogno di libertà e soprattutto di piacere, due sensazioni che si risentono nel film e che ci fanno sperare nella capacità di ognuno di continuare a sperare malgrado tutto. Un tuffo nel passato che ci aiuta a capire meglio il presente, un presente spaventoso certo ma con il quale è necessario fare i conti, e il più in fretta possibile.

Correspondences è prodotto e distribuito da C.R.I.M. Productions.

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