email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

VENEZIA 2016 Concorso

Con Brimstone una breccia nel muro di Hollywood

di 

- VENEZIA 2016: L'olandese Martin Koolhoven firma un western tradizionale, coproduzione europea, con Dakota Fanning, Guy Pearce, Kit Harington e Carice van Houten

Con Brimstone una breccia nel muro di Hollywood
Ivy George, William Houston e Dakota Fanning in Brimstone

Con Brimstone [+leggi anche:
trailer
Q&A: Martin Koolhoven
scheda film
]
, in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, torna il western, puro e duro, un genere sepolto da anni che vanta negli ultimi anni solo qualche tentativo di rianimazione. In un festival che ospita altri titoli che rivisitano e riscrivono il genere, come The Bad Batch di Ana Lily Amirpour e The Magnificent Seven di Antoine Fuqua, a firmare Brimstone non è un regista statunitense ma l'olandese Martin Koolhoven.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Koolhoven ha conosciuto il successo di pubblico con la commedia Schnitzel Paradise [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Martin Khoolhoven
intervista: Mimoun Oaïssa
scheda film
]
nel 2005, seguito da Bonkers [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
, Happy Family e Winter in Wartime [+leggi anche:
recensione
trailer
scheda film
]
, variamente premiati al box office e ai festival. Con Brimstone, il regista 47nne dell'Aia si cimenta per la prima volta con la lingua inglese e con una robusta coproduzione europea che ha coinvolto la società creata dal regista con Els Vandevorst, la N279 Entertainment, X-Filme (Germania), Prime Time (Belgio), The Jokers (Francia) e Dragon Films (Svezia), con il sostegno del Netherlands Film Fund, e venduto all'estero da Embankment Films.

Koolhoven ha affidato il ruolo di protagonista di questo oscuro gothic western al volto luminoso di Dakota Fanning, perseguitata da uno spietato Guy Pearce, nei neri panni di un inquitante predicatore (era dai tempi di Lawless che Pearce non appariva così terrificante). I due sono affiancati da Kit Harington (Trono di spade) e Carice van Houten, la musa del regista (anche lei nella serie tv). Il film, suddiviso in capitoli biblici (1. Apocalisse, 2. Exodus eccetera...) si apre su un minuscolo villaggio del selvaggio west dove la giovane Liz, muta, vive con il marito, un figlio di lui e la piccola figlia. Liz aiuta le donne del posto a partorire, ma proprio quando appare in città l'oscuro predicatore a lei capita un incidente; un bambino si presenta con i piedi e Liz è costretto a sacrificare il nascituro per salvare la madre. Scopriamo presto che l'uomo di chiesa è lì per lei, per vendicare un omicidio di cui la giovane donna sarebbe responsabile. In questo cupo primo capitolo non viene risparmiata allo spettatore qualche "boos" da horror movie e una violenza disturbante che include un arrotolamento di budella intorno al collo di un uomo ancora vivo. Quasi un auto-omaggio alle primissime opere del regista, fortemente provocatorie, come il film per la tv Duister Licht in cui veniva mostrata la macellazione di un maiale.

Con il secondo capitolo il film fa un salto all'indietro nel tempo e nello spazio, in un bordello in cui l'adolescente Liz viene accolta e avviata alla prostituzione. Cominciamo così a conoscere l'origine di questa donna forte, coraggiosissima, in un ambiente spietato come solo la terra di frontiera può esserlo. Violenza, religione (oggi era il giorno del Young Pope di Sorrentino), emancipazione femminile con qualche deja vu e qualche semplificazione di troppo, ma il tentativo di aprire una breccia nell'industria Hollywoodiana, compiuto di tanto in tanto dagli europei, è sempre da lodare.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy