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LONDRA 2016

The Autopsy of Jane Doe: anche i morti hanno i loro segreti

di 

- Un corpo apparentemente morto si rivela una gatta da pelare per il medico legale Tommy Tilden e suo figlio, Austin, nel primo film in lingua inglese di André Øvredal

The Autopsy of Jane Doe: anche i morti hanno i loro segreti
Brian Cox e Emile Hirsch in The Autopsy of Jane Doe

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, un racconto macabro, con molte sorprese e primi piani dettagliati delle interiora del personaggio del titolo in posizione supina. Descritto come il "film di gala per il filone di culto", il titolo conquisterà di certo i fan dell'horror con le interpretazioni stellari di Brian Cox e Emile Hirsch nei panni del duo di medici legali padre e figlio che tenta di sopravvivere a una notte infernale di attività soprannaturale durante un'autopsia non così di routine.

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Una donna assassinata non identificata, il cui corpo viene trovato nel seminterrato di una scena del crimine, arriva sul tavolo dell'autopsia dei medici legali Tommy Tilden (Cox) e del figlio Austin (Hirsch). Lo sceriffo ha bisogno di una causa di morte entro la fine della notte. Man mano che l'autopsia procede, e man mano che la sonda entra nel cadavere, e che l'esame degli organi rivela lesioni sempre più orribili, che portano più domande che risposte, l'ambiente che li circonda diventa sempre più strano, trasformandosi infine in qualcosa di terrificante. È impossibile non sentire fisicamente lo snervante accumulo di suspense ad ogni taglio del bisturi dei Tilden. Cox e Hirsch formano una buona coppia nei panni di Tommy e Austin, mostrando dei buoni segni di tridimensionalità nei loro personaggi, salvandoli dall'essere piatte caricature da horror.

Confinato quasi esclusivamente nel labirintico sotterraneo della camera mortuaria, con sale decorate da pannelli in legno scuro e corridoi ramificati che conducono in stanze oscure e polverose che emanano un'agghiacciante sensazione di cattivo presagio che si rafforza con il tempo, Øvredal riesce ad avvolgerci completamente nello spazio, senza mai farci risalire per un attimo di respiro. Il senso di claustrofobia e di intrappolamento è completato da una tempesta che infuria all'esterno, e che imprigiona i Tildens quando salta la corrente e l'ascensore smette di funzionare.

Øvredal non rifugge dal mostrare il sangue o la violenza, costringendo sfacciatamente lo spettatore a sperimentare ogni incisione operata nel corpo di Jane Doe, con la macchina da presa che filma freddamente l'autopsia. L'orrore di queste scene è amplificato da un sound design veramente agghiacciante; con i suoni nitidi della carne tagliata dal bisturi e quelli delle ossa spezzate accoppiati a vecchia musica pop che esce staticamente da una radio. Tuttavia, Øvredal non indugia su tali momenti, né la presentazione della violenza commessa sul corpo risulta gratuita. Invece è una componente necessaria del processo di narrazione.

Come con il suo lavoro precedente, Øvredal si è dimostrato capace di giocare con le convenzioni del genere, rivisitando allo stesso tempo quei confini in modi nuovi ed entusiasmanti.

The Autopsy of Jane Doe è stato prodotto dalla società britannica 42, e dalle aziende statunitensi IM Global e Imposter Pictures. È stato acquisito da IFC Midnight per la distribuzione.

La nostra copertura per il 60° BFI London Film Festival è gestita in collaborazione con lo UK National Film and Television School's MA in Cinema, Organizzazione e Gestione.

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(Tradotto dall'inglese)

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