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BLACK NIGHTS 2016 Concorso Opere Prime

The Traveller: un libanese sopraffatto da Parigi

di 

- L'opera prima del regista e sceneggiatore Hadi Ghandour affronta i temi dell'identità e dello scontro tra culture

The Traveller: un libanese sopraffatto da Parigi

Una vita priva di viaggi può essere frustrante, soprattutto per chi è bloccato in un luogo che non ama particolarmente, o che addirittura disprezza. Ma una volta che la triste esistenza del fare ogni giorno le stesse cose cambia in meglio, l'improvviso aumento di nuove esperienze può dimostrarsi troppo da gestire. Questo è il tema di The Traveller [+leggi anche:
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intervista: Hadi Ghandour
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di Hadi Ghandour, presentato in anteprima mondiale nella Competizione Opere Prime del Tallinn Black Nights.

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Adnan (Rodrigue Sleiman di Halal Love (and Sex) [+leggi anche:
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) è un agente di viaggi che sa persuadere e impressionare i clienti con la sua vasta conoscenza dei luoghi di tutto il mondo, ma non ha mai lasciato il suo Paese d'origine, il Libano. La sua sorte sta per cambiare, tuttavia, quando il suo capo lo manda in viaggio di lavoro a Parigi.

Ma la vibrante metropoli dimostra di essere troppo per il neo-viaggiatore. La conferenza a cui partecipa è confusa e travolgente, descritta in un montaggio con sempre maggiore velocità. Le cose non sono migliori nella sua temporanea casa parigina: si trova nel bel mezzo di uno scontro generazionale tra sua cugina Insaf (Aïda Sabra), una divorziata dalla mentalità tradizionale che non si è mai adeguata alla vita all'estero, e la figlia, Layla (un'incisiva Donia Eden), una Parisienne moderna e completamente integrata. Il fatto che il suo capo lo spinga a chiudere un affare e che sua moglie Souad (Romy Melhem) si senta insicura sul suo trovarsi a Parigi non aiuta nemmeno. Gli unici momenti piacevoli e amichevoli sono quelli che condivide con il proprietario di un ristorante, Jean (Sebastian Bertrand), nato in Libano ma cresciuto a Parigi dai suoi genitori adottivi, che sogna il Paese che non ha mai visto. Ma semmai ci andasse, probabilmente si sentirebbe altrettanto perso come Adnan a Parigi. Insaf conosce i due mondi e cerca di prendere il meglio da entrambi, ma non ha mai trovato la vera felicità a Parigi, e Layla è l'unica che si sente a suo agio lì dov'è.

Lo sceneggiatore e regista Ghandour non è estraneo alle identità multiple: nato in Giordania da genitori libanesi e cresciuto in Belgio, questo diplomato della London Film School residente a Parigi affronta i temi dell'immigrazione, dell'integrazione e dello scontro tra culture. I film che scommettono tutto su questi grandi temi generalmente tendono a perdere i loro personaggi a metà strada, ma non è questo il caso. Adnan non fa solo un viaggio verso i suoi sogni, né verso Parigi; fa un viaggio di vita, durante il quale imparerà nuove cose su se stesso.

La città di Parigi come personaggio aggiuntivo non è stata scelta a caso: il simbolismo del luogo è forte, soprattutto per il popolo libanese, sia per ragioni storiche che culturali. È raffigurata come una grande, caotica, metropoli moderna, ma senza l'utilizzo di immagini di luoghi turistici ben noti. In contrasto con le prime scene in Libano, girate con una macchina da presa fissa, quelle ambientate a Parigi presentano movimenti di macchina più evidenti.

Ben recitato e girato con colori naturali, si tratta di un debutto solido, pur con i suoi difetti, come la caratterizzazione a volte semplificata e la sua durata di 100 minuti, che si rivela un po' eccessiva. Ma l'autore ha sicuramente qualcosa da dire e l'ha articolato in maniera soddisfacente.

The Traveller è una co-produzione tra la parigina Androma Pictures e la libanese Inspired Ant.

In collaborazione con

 

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(Tradotto dall'inglese)

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