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IDFA 2016

The Beast Is Still Alive: i tentacoli del comunismo

di 

- Il documentario bulgaro diretto da Mina Mileva e Vesela Kazakova è un'emozionante esplorazione del passato e un commento amaro sul presente

The Beast Is Still Alive: i tentacoli del comunismo

La Bulgaria, come la maggior parte dei Paesi dell'Europa orientale, è ancora alle prese con le conseguenze del suo passato comunista, come risulta da The Beast Is Still Alive [+leggi anche:
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, documentario diretto, sceneggiato, girato e prodotto da Mina Mileva e Vesela Kazakova. Già proiettato ai Festival di Sofia e Sarajevo, il film viene è ora di scena all'edizione 2016 dell'International Documentary Film Festival Amsterdam (16-27 novembre). Emozionante esplorazione del passato, è anche un commento amaro sul presente.

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La regista Kazakova viene da una famiglia profondamente colpita dal comunismo: suo nonno rinunciò al sacerdozio per diventare comunista ma, disincantato dalle discrepanze tra la teoria e i complessi aspetti pratici dell'ideologia, si unì ai Goryani, il più significativo movimento anti-comunista del Paese. Ex analista della polizia segreta bulgara nonché ex prigioniero politico di un campo sulle rive del Mar Nero, il nonno della regista è stato al centro degli eventi che hanno cambiato la Bulgaria per sempre. Partendo dal suo archivio della polizia segreta, la Kazakova esplora i diversi punti di vista sulla storia del suo Paese e della sua famiglia dalla prospettiva di una rinascita dell'ideologia di sinistra in Bulgaria. 

Al fine di esplorare gli eventi e le opinioni di persone che non sono più in vita, The Beast Is Still Alive utilizza una miscela di tecniche e un approccio che ricorda il documentario d'animazione di Anca Damian Crulic - The Path to Beyond [+leggi anche:
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. Ma se la sceneggiatura scritta dalla Damian e narrata da Vlad Ivanov era basata su pezzi molto frammentari di informazioni sulle esperienze di Crulic, The Beast Is Still Alive si basa sulle lunghe conversazioni tra la Kazakova e suo nonno. Il loro dialogo (l'uomo è doppiato da Rousy Chanev) è al tempo stesso personale e rilevante per gli ultimi 70 anni del Paese.

Residenti ora a Londra, le due registe hanno un approccio ovviamente soggettivo alla Bulgaria e alla situazione politica locale. Ma le loro argomentazioni non sono affatto soggettive: uno dei temi ricorrenti del documentario è il modo in cui la Bulgaria odierna è controllata da leader di spicco del passato regime, ora reinventati come socialisti e responsabili delle istituzioni più influenti del Paese. Ma pur essendo banditi dalla stampa, non sono mai stati perseguiti e sono ora tra le persone più ricche e potenti del Paese. O, come il titolo del documentario esprime senza mezzi termini, la bestia è ancora viva...

Un po' appesantito dalla scelta della Kazakova di filmare se stessa mentre con aria di sfida fissa la macchina da presa, il documentario mostra con successo le differenze tra il passato militante e il presente. Mentre suo nonno combatté invano sulle montagne contro le truppe comuniste, la nuova generazione può organizzare proteste pacifiche contro i neo-comunisti della nazione. L'efficacia di queste proteste è ancora aperta al dibattito ma, alimentate dall'onnipresenza dei social media, potrebbero riuscire a realizzare ciò che il movimento Goryani non è riuscito a fare. 

The Beast Is Still Alive, più potente quando esplora il passato rispetto a quando il presente è sotto esame, offre un'esperienza di vita preziosa, che può essere sconosciuta a molti giovani bulgari, poiché il regime comunista non è presentato in modo soddisfacente nei libri di scuola.

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(Tradotto dall'inglese)

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