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BERLINALE 2017 Forum

City of the Sun: lo spirito umano che resiste in una città post-industriale deserta

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- BERLINO 2017: Il primo film documentario di Rati Oneli descrive la vita in una cadente città mineraria georgiana

City of the Sun: lo spirito umano che resiste in una città post-industriale deserta

Chiatura è una città della Georgia occidentale, le cui miniere una volta fornivano fino al 50% del manganese del mondo. Ma la sua epoca d'oro terminò con l'Unione Sovietica, e oggi la città è fatiscente e abbandonata, la sua popolazione si è ridotta di un terzo dal 1989. Il primo film documentario del regista georgiano Rati Oneli, City of the Sun [+leggi anche:
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, racconta le storie di quattro dei suoi abitanti rimasti, mostrando le loro lotte quotidiane. Il film è stato presentato in anteprima mondiale nella sezione Forum della Berlinale, e la produttrice Dea Kulumbegashvili è casualmente un'allieva di Berlinale Talents.

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Zurab è un insegnante di musica, che demolisce anche edifici in cemento abbandonati per arrotondare vendendo le travi di ferro. Archil lavora in miniera, ma da lì, va dritto a dedicarsi alla sua passione di attore di teatro. E due giovani velociste si allenano metodicamente per i prossimi giochi olimpici, nonostante la mancanza di una corretta alimentazione.

La decisione di Oneli di osservare i suoi protagonisti, invece di intervistarli, si traduce in una sensazione di familiarità, come se avessero invitato solo lui e la sua macchina da presa ad accompagnarli nella loro vita quotidiana. La straordinaria quantità di fiducia, apertura e onestà evidente nel film deve provenire dalla sua sincera dedizione a raccontare le loro storie dopo aver trascorso dieci mesi a Chiatura, quindi il loro spirito e senso dell'umorismo sono molto presenti nel film.

Un altro dei punti di forza della produzione è il notevole lavoro della macchina da presa di Arseni Khachaturan. Agli scatti intimi dei protagonisti e alle scene claustrofobiche nelle gallerie della miniera si contrappongono le riprese aeree della valle verde circondata da magnifiche rupi, attraversata da una rete di impianti di risalita corrosi (o "strade di corda") sul fiume Qvirila. Questo mezzo di trasporto dei tempi di Stalin è ancora in parte funzionante, e collega le montagne alla città e ai suoi edifici fatiscenti, allo stadio trascurato e alla zona industriale abbandonata, in cui si reca Zurab in treno. Le lente inquadrature dal treno, unite con la musica atmosferica pulsante, richiamano inevitabilmente alla mente scene di Stalker di Andrei Tarkovsky, infondendo all'ambiente post-industriale una sensazione post-apocalittica.

City of the Sun racconta una storia commovente in modo coinvolgente. Le singole storie si uniscono per creare un quadro della vita a Chiatura, e l'approccio alla selezione e alla disposizione delle immagini, nonché il titolo del film stesso, mettono in chiaro che la città è protagonista nel film quanto i personaggi.

City of the Sun è una co-produzione tra il georgiano OFA/Office of Film Architecture e lo statunitense Jim Stark.

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(Tradotto dall'inglese)

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