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FILM Italia

Mare Nostro: il rapporto antico della comunità con il mare

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- Andrea Gadaleta Caldarola ritorna nella sua città di origine ritraendo un ecosistema, sociale ed economico della città, sospeso tra tradizione e trasformazioni nel tempo

Mare Nostro: il rapporto antico della comunità con il mare

Molfetta, una città del sud Italia bagnata dal Mare Adriatico, dove tra scorci suggestivi e immagini da cartolina si nasconde la dura realtà dei pescatori, schiacciati dalle grandi aziende ittiche e traditi dal mare che non riesce più ad offrire loro il lavoro e le risorse di un tempo. Lo specchio d’acqua davanti alla cittadina, infatti è una delle più grandi discariche di residuali bellici di tutto l’occidente. Durante un bombardamento nazista del 1943, diciassette, tra navi inglesi e americane, affondarono rilasciando oltre che ordigni tradizionali inesplosi anche bombe cariche di sostanze chimiche. Un campo minato, disseminato da circa quindicimila ordigni le cui sostanze tossiche, che lentamente fuoriescono liberandosi in mare, inquinano le acque uccidendo i pesci. Andrea Gadaleta Caldarola ritorna nella sua città di origine ritraendo un ecosistema, sociale ed economico della città, sospeso tra tradizione e trasformazioni nel tempo.

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Mentre la radio annuncia le ultime notizie riguardanti la costruzione del nuovo porto commerciale di Molfetta, i cui lavori sono stati avviati con fondi pubblici e poi interrotti a seguito di una truffa delle società appaltatrici, i pescatori esternano le loro preoccupazioni, inquietudini e rassegnazioni per la minore redditività del mare e per la costante riduzione della remuneratività economica di un'attività secolare come quella della pesca, ormai sempre più appannaggio dalle grandi società. Il racconto procede non solo attraverso le testimonianze dei pescatori ma prende vita e corpo attraverso immagini che catturano e osservano momenti quotidiani della cittadina, sui pescherecci, al mercato del pesce e durante le processioni religiose.

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, che ha avuto la sua anteprima a Nyon durante l’ultima edizione di Visions du Réel (Visioni della Realtà), è stato presentato nella sezione principale dell’Alessandria Film Festival, manifestazione che si pone l’obiettivo di dare spazio a giovani cineasti proponendo opere caratterizzate dall’originalità stilistica e formale.

Mare Nostro infatti rientra all’interno delle nuove forme del documentario che investigano e riflettono sul rapporto tra cinema e reale. Spinto dall’esigenza di raccontare storie di gente e luoghi di appartenenza, il regista utilizza lo strumento filmico come interrogazione del reale. Le lunghe inquadrature fisse, ipnotiche, che aprono uno spazio di contemplazione, filmano un legame con un mondo, in continua trasformazione, ricostruendolo. Intrecciando e ricomponendo memorie storiche e personali, fatti di cronaca ed eventi folkloristici, sacro e profano, commerciale e turistico, il film esplora il rapporto antico e profondo della comunità con il mare.

Non un’inchiesta giornalistica sull’impoverimento dei mari o sulla crisi della pesca ma una raffinata ricerca formale che indaga su una combinazione tra visione estetica, etnografica, con le nuove forme e metodi di rappresentazione del cinema documentario.

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