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FILM Cipro

Rosemarie: una soap opera contro le stigmatizzazioni della società

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- La premiere mondiale del film del regista cipriota Adonis Florides inaugura il festival internazionale Cyprus Film Days a Limassol

Rosemarie: una soap opera contro le stigmatizzazioni della società
Yiannis Kokkinos in Rosemarie

La 15a edizione del Cyprus Film Days International Festival si è aperta a Limassol con la premiere mondiale di Rosemarie [+leggi anche:
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 di Adonis Florides, in concorso nella sezione internazionale Glocal Images (leggi l’articolo). Rosemarie è l’opera seconda del regista cipriota, che a Limassol vive e lavora, e segna il ritorno del cineasta a 14 anni di distanza da Kalabush (2003), suo film d’esordio diretto con Theodoros Nikolaidis.

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Costas (Yiannis Kokkinos) è stato uno scrittore letterario di talento. Ora, si guadagna da vivere come sceneggiatore principale di una soap opera di successo, intitolata Rosemarie. Dopo aver traslocato in un nuovo appartamento, Costas comincia a soffrire di un blocco creativo e assiste al crollo vertiginoso degli indici di ascolto del suo scadente programma, che segretamente detesta. Alla ricerca di nuovi spunti, decide di osservare i suoi nuovi vicini, e in particolare la problematica famiglia della porta accanto. Concentrandosi sulle loro difficoltà e sulla giovane figlia Chryso (Niovi Charalambous), ritroverà l’ispirazione perduta e le loro drammatiche vicende quotidiane saranno d’ispirazione per la descrizione dei suoi personaggi televisivi. La situazione si complica mano a mano che Costas si avvicina alla famiglia e si vede sempre più coinvolto nei loro problemi. Sarà allora costretto a trovare un nuovo equilibrio e ad affrontare i propri demoni interiori.

Come il protagonista del film, Florides tenta di bilanciare mondi e generi diversi. Rosemarie è un dramma con venature di commedia e persino elementi di thriller, grazie alle tendenze voyeuristiche del suo eroe. Ambientata a Limassol e dintorni, la pellicola è essenzialmente la ricostruzione di una telenovela vagamente sofisticata, che deride i suoi personaggi patinati e al tempo stesso cerca di offrire una scappatoia dalla realtà della vita. Il film gioca con i limiti del concetto di verità, spiando eventi tragici ed edulcorandoli attraverso un senso dell’assurdo scanzonato e con uno stile da sceneggiato televisivo. Il conflitto tra questi due mondi spinge inevitabilmente anche lo spettatore a chiedersi dove la finzione prevarichi la realtà, sebbene il sottile confine tra queste due dimensioni non funzioni per tutto il film e, anzi, insieme ad alcune linee narrative di contorno, finisce per diminuire il naturale flusso della dinamica narrativa.

Florides, cui si deve anche la sceneggiatura, ha dichiarato che il progetto di Rosemarie è nato quasi dieci anni fa, e da allora ha subito numerose revisioni prima di raggiungere la sua versione definitiva. Il più grande pregio del film risiede nella sua volontà di descrivere, attraverso un’analisi sfaccettata, la chiusa e talvolta isolata società patriarcale cipriota, abituata a nascondere i segreti familiari. Inoltre, il regista mette alla prova i suoi compatrioti toccando temi che non potrebbero mai davvero essere affrontati in una soap opera cipriota, di solito caratterizzata da una visione conservatrice e colpevolizzante: ad esempio, la questione dell’orientamento sessuale, le relazioni “immorali” e l’uso della violenza.

Rosemarie è un film provocatorio, che mette in discussione la struttura sociale cipriota, della quale Florides misura i limiti rimanendo fedele a una delle frasi pronunciate dal suo personaggio: ogni cosa dovrebbe contenere una giusta dose di soap opera e di sdolcinatezze, essere idealizzata, impacchettata in una confezione luccicante e venduta a una società mascherata che tenta di sotterrare i propri peccati.  

Il film è stato prodotto dal cipriota Marios Piperidis (ΑΜP Filmworks Ltd), coprodotto da Andros Achilleos (Seahorse Film), e finanziato dal Ministero dell’educazione e della cultura di Cipro.

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(Tradotto dall'inglese)

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