email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

VENEZIA 2017 Settimana Internazionale della Critica

Les Garçons sauvages: surrealismo gender bender

di 

- VENEZIA 2017: Il francese Bertrand Mandico lancia il suo film d’esordio, un viaggio sperimentale ai limiti delle regole imposte dal genere sessuale, ambientato in un recondito regno delle meraviglie

Les Garçons sauvages: surrealismo gender bender

Noto per essere provocatorio, l’artista sperimentale francese Bertrand Mandico ha finalmente lanciato il suo film d’esordio, Les Garçons sauvages [+leggi anche:
trailer
intervista: Bertrand Mandico
scheda film
]
. Avendo già conquistato il regno dei cortometraggi con più di 40 creazioni, tra cui i favoriti ai festival Prehistoric Cabaret (2014), Salammbô (2014) e Notre-Dame des Hormones (2015), Mandico ritorna a Venezia cinque anni dopo il suo Living Still LifeLes Garçons sauvages sta prendendo parte alla competizione della 32esima Settimana Internazionale della Critica in occasione della 74esima Mostra del cinema di Venezia.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

All’inizio del XX secolo sull’isola de La Réunion, cinque adolescenti (Pauline LorillardVimala PonsDiane RouxelAnael SnoekMathilde Warnier), figli di famiglie benestanti, commettono un delitto. Saranno condannati a servire l’Olandese (Sam Louwyck), un capitano la cui nave diventerà la loro prigione. Dopo molte avventure, i ragazzi raggiungeranno un’isola selvaggia e sovrannaturale dove vive il Dottor Séverine (Elina Löwensohn). Qui, tutto cambierà per sempre.

Ancora una volta, Mandico crea un universo astratto, anticonvenzionale e quasi surreale in cui ambientare la sua storia. Mettendo insieme in un primo momento elementi de Il signore delle mosche, Arancia meccanica e persino di EmmanuelleLes Garçons sauvages si evolve in una storia che non è facile narrare, ma il cui tema principale è straordinariamente presente. Utilizzando un cast tutto al femminile per i ruoli dei ragazzi, Mandico, che ha anche scritto la sceneggiatura, solleva immediatamente la questione delle limitazioni imposte al genere sessuale. Per dare più spessore all’argomento, i ragazzi commettono un delitto a causa dei loro bisogni naturali e vengono paradossalmente esiliati in un paradiso di edonisti per essere rieducati. Le costanti contraddizioni della storia, insieme alla narrazione non lineare e quasi lirica, creano un film incredibilmente blasfemo in termini di correttezza politica di genere, pronto a fare a pezzi il pudore piccolo-borghese che gli eroi/eroine e gli spettatori potrebbero avere.

Les Garçons sauvages è un’opera altamente referenziale, ma l’ispirazione più esplicita è probabilmente il primo live-action di Walerian BorowczykGoto, l’isola dell’amore (1969), in cui troviamo un’altra isola proibita di tentazioni e atti estremi. Mandico ha precedentemente dimostrato la sua ammirazione per l’autore polacco rendendogli omaggio con il suo straordinario mediometraggio Boro in the Box (2008). Entrambi i film smantellano il totalitarismo: Goto quello dei regimi politici e Les Garçons sauvages quello dei ruoli di genere socialmente imposti. Anche il contesto erotico è molto preminente, poiché è proprio la provocazione sfrontata che Borowczyk ama. I film condividono anche un’estetica visuale simile. Il direttore della fotografia di Mandico, Pascale Granel, crea una fotografia in bianco e nero strutturata come un film muto sovraesposto e allo stesso tempo aggiunge sequenze dai colori intensi un po’ al limite della stravaganza. Infine Elina Löwensohn, la musa di Mandico e la protagonista della maggior parte dei suoi cortometraggi (e conosciuta in tutto il mondo per i film di Hal Hartley), offre una delle sue performance più affascinanti.

Mandico è riuscito a trasporre il suo mondo radicale, maligno e libidinosamente voyeuristico in un lungometraggio, non solo in termini di estetica del cinema sperimentale, ma anche di dialogo su dove la trasgressione di genere finisce e comincia la parità dei sessi. Si tratta di un sottile esempio di cinema politico tagliente nella quieta apatia dei nostri giorni.

Les Garçons sauvages è prodotto da Emmanuel Chaumet, del team francese Ecce Films.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese da Giulia Gugliotta)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy