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VENICE 2017 Orizzonti

The Testament: alla ricerca della verità assoluta

di 

- VENEZIA 2017: Il regista israeliano Amichai Greenberg propone un solido thriller sull'Olocausto; con un significato universale, perché tutti abbiamo bisogno di trovare la verità

The Testament: alla ricerca della verità assoluta

Dopo una carriera quindicennale tra scrittura, regia e produzione, soprattutto concentrata sulle produzioni televisive, in patria e all'estero, l'israeliano Amichai Greenberg non è certo nuovo al circuito dei festival. Due anni fa, il suo mediometraggio Vice Versa aveva viaggiato in lungo e in largo per i festival internazionali, soprattutto quelli orientati sul mondo ebraico. Quest'anno, il suo film d'esordio, The Testament [+leggi anche:
trailer
intervista: Amichai Greenberg
scheda film
]
, prende parte alla sezione Orizzonti della 74a Mostra di Venezia

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Nella notte tra il 24 e il 25 marzo 1945, circa 200 ebrei ai lavori forzati furono uccisi a Lendsdorf, un villaggio austriaco. Sembra che non ci fossero testimoni al massacro, e la posizione esatta della fossa comune rimane ancora sconosciuta. I politici locali vogliono dimenticare la storia e rinnovare l'intera area. Yoel Halberstam (Ori Pfeffer) è uno storico, un affermato ricercatore dell'Istituto dell'Olocausto di Gerusalemme ed è un ebreo ortodosso. Sta cercando di scavare nella storia di questo massacro e portare alla luce le prove nascoste di cui nessuno sembra voler parlare. Durante la sua accurata ricerca, trova una testimonianza resa da sua madre di cui non aveva mai saputo niente. Dal testamento, sembrerebbe che la sua identità non sia quella di cui tutti sono a conoscenza. Yoel deve cercare la verità e, allo stesso tempo, è intrappolato in un suo personale dilemma. 

Partendo da un altro film sull'Olocausto, Greenberg, che è anche autore della sceneggiatura, ha creato un thriller ben coeso, dove il dramma è sempre rincorso dal mistero. Il protagonista principale, Yoel, non è un tipico ebreo moderno, perché la sua religione, le sue tradizioni e, più importante, la sua famiglia vengono sempre prima dei suoi bisogni personali. È un conservatore che, sembrerebbe, non riesce ad accettare alcuna sfida nella sua vita, ma è pronto a sacrificare una parte di se stesso, anche quella in cui più si identifica, in nome di un bene superiore e della verità. In effetti, la verità assoluta è alla base della sua vita. A livello professionale, il suo scopo è trovare la verità che si nasconde dietro i fatti, e la sua religione gli impone di credere in un Dio unico e assoluto. Nonostante quello che ne conseguirà, deve accettare o rifiutare questa verità. 

Questo perfetto antieroe è al centro di The Testament; è una persona che vede cadere tutto quello che c'è attorno a lui, ma continua silenziosamente per la sua strada, pur di rimanere fedele alla sua integrità professionale e religiosa. È un equilibrio che deve costantemente raggiungere e mantenere, perché i due mondi coesistano e lo circondino. Gerusalemme è moderna, laica, austera, rumorosa e progressista, in linea con l'estetica e la gente dell'Istituto; ma è anche claustrofobica, degradata, convenzionale, calma e antiquata, più similmente alla periferia dove vive il nostro eroe. La società israeliana ha due lati, che di solito non hanno nulla in comune, tranne la memoria storica collettiva. È il loro unico punto di contatto tra il passato e il futuro, e Yoel ritiene che debba essere preservato a tutti i costi. 

The Testament è una coproduzione israeliano-austriaca di Yoav Roeh, Aurit Zamir (Gum Films), Sabine Moser e Oliver Neumann (Freibeuter Film), e ha il supporto del Jerusalem Film Fund, the Israel Film Fund e del Austrian Film Institute. Le vendite mondiali sono gestite dalla compagnia italiana Intramovies.

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(Tradotto dall'inglese)

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