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VARSAVIA 2017 Proiezioni Speciali

The Whiskey Bandit: la storia vera di un moderno Robin Hood ungherese

di 

- Nimród Antal racconta la storia di un leggendario bandito, in modo fluido e coinvolgente, ma non è scontato che piaccia al pubblico internazionale

The Whiskey Bandit: la storia vera di un moderno Robin Hood ungherese
Bence Szalay in The Whiskey Bandit

Nimród Antal, nato a Los Angelesma di origini ungheresi, è diventato una star internazionale con il successo del 2003, Kontroll [+leggi anche:
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, e ha poi proseguito la sua carriera a Hollywood con successo altalenante. È ora di ritorno, dopo 14 anni, con il suo primo film ungherese, The Whiskey Bandit [+leggi anche:
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, che ha appena avuto la sua anteprima mondiale alle Proiezioni Speciali del Warsaw Film Festival.

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Il film è un adattamento della storia vera di Attila Ambrus, un “ladro gentiluomo” spesso paragonato in Ungheria a Sándor Rózsa, una versione nazionale di Robin Hood. Antal dà inizio al film con una rapina in banca, elegantemente eseguita dal nostro eroe baffuto, col giubbetto di pelle e i Ray Ban. Poi facciamo un salto indietro alla sua infanzia e subito comprendiamo che Attila (Bence Szalay, per la prima volta sullo schermo), ovvero il “Whiskey Bandit” (lett. ladro del whisky) del titolo, è stato arrestato e sta raccontando la sua storia al detective (Zoltán Schneider, visto quest'anno anche in On Body and Soul [+leggi anche:
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) che gli ha dato la caccia per decenni.

Attila è cresciuto in Transilvania negli anni Ottanta, e si è introdotto illegalmente in Ungheria nascondendosi sotto una carrozza di un treno merci. Lo vediamo diventare il portiere di una squadra di hockey di Budapest e fidanzarsi con Kata (Piroska Móga, di Strangled [+leggi anche:
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), il cui padre borghese lo considera un disperato, senza un lavoro e senza alcuna speranza di poterne mai trovare uno. Nella tentativo di ottenere un permesso di lavoro, si rivolge a un ufficiale del governo noto per essere corrotto, ma la macchina della burocrazia non funziona senza “oliare gli ingranaggi”, come suggerisce la sceneggiatura di Antal. Così si mette a rapinare banche, senza mai fare del male a nessuno, e presto si guadagna la fama di un eroe popolare. Il soprannome gli viene dall'odore di whisky che lascia, perché prima di ogni colpo ne beve sempre un po', dapprima semplicemente per rilassarsi, e in seguito per mantenere la reputazione. 

Questo è un film poliziesco/d'azione ben riuscito, con un ritmo veloce, fluido, elegantemente girato e spesso divertente, ricco di dettagli storici e velatamente satirico sulla transizione post-comunista in Ungheria. Ma mentre funzionerà per il pubblico nazionale, nella cui memoria questa storia è ancora vivida, viene da chiedersi quanto possa appassionare gli spettatori all'estero. Inoltre, resta difficile capire perché venga paragonato a Robin Hood dal momento che il denaro che ruba lo usa tutto per sé: per viaggiare, per comprare vestiti costosi alla sua ragazza, per mangiare in ristoranti eleganti, per scommesse e quant'altro. 

Nonostante si possa comprendere la simpatia che, negli ungheresi dei turbolenti anni Novanta, poteva suscitare un personaggio in grado di raggirare il potere di stato e prendersi gioco di tutto ciò che esso rappresentava, spesso questa linea viene messa in dubbio da scelte narrative contraddittorie, come la scena in cui un gruppo di passanti che si accorgono della rapina, cercano di inseguire Attila e il suo complice mentre scappano con il bottino.

The Whiskey Bandit è una produzione di Viszkis Film e uscirà in Ungheria il 23 novembre grazie a InterCom.

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(Tradotto dall'inglese)

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