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JIHLAVA 2017 Visions du Réel 2018

The Dispossessed: le realtà di sfruttamento nell'industria agricola mondiale

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- In anteprima mondiale nella sezione A Testimony on Nature del Ji.hlava, il documentario svizzero-canadese di 182 minuti tiene gli spettatori incollati allo schermo fino alla fine

The Dispossessed: le realtà di sfruttamento nell'industria agricola mondiale

Una prova documentaristica dall'intensità di un thriller, il film svizzero-canadese The Dispossessed [+leggi anche:
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del regista canadese Mathieu Roy, anteprima mondiale nella sezione A Testimony on Nature del Ji.hlava IDFF, inizia con una serie di lunghe inquadrature statiche di lavoratori africani che raccolgono i prodotti della terra, tagliano rami e lavorano i campi. La maggior parte di loro lavora nella produzione agricola e alimentare per tutta la vita – le madri con i neonati attaccati alla schiena, mentre i bambini aiutano i padri a lavorare la terra – ma, nonostante ciò, appartengono a una delle popolazioni più “affamate” del mondo, perché i loro paesi esportano la maggior parte del cibo che producono. Il fenomeno non è nuovo nell'India coloniale, spiega un giornalista: la terra un tempo destinata alla coltivazione di prodotti alimentari ha poi accolto le coltivazioni di cotone, che era quello che chiedeva l'industria britannica, anche se ciò significava ridurre alla fame e provocare un forte aumento della mortalità nella popolazione locale. Una delle domande che The Dispossessed si pone è: come sono stati convinti le persone e i governi dei paesi sfruttati ad accettare questa situazione?

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Le immagini dei lavoratori dei campi e le interviste sia ai gruppi industriali sia ai sostenitori dello sviluppo sostenibile in giro per il mondo non prevedono un commento in The Dispossessed, perché nessun commento è necessario. Il netto contrasto tra le scene di contadini africani o indiani e l'intervista con un rappresentante dell'Organizzazione mondiale del commercio – comodamente seduto nel suo ufficio presso la sede di Ginevra, abbellita con statue neoclassiche e fontane, e preso a spiegare come funziona il commercio e quanto l'agricoltura sia un tema controverso – è tanto assurdo da sembrare quasi spietato.

Memore in qualche modo dell'approccio documentaristico di Concerning Violence [+leggi anche:
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(2014) dello svedese Göran Hugo Olsson o di We Come as Friends [+leggi anche:
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dell'austro-francese Hubert Sauper, The Dispossessed è la risposta perfetta a chiunque si sia chiesto perché i paesi “in via di sviluppo” rimangano “in via di sviluppo” per decenni o persino secoli, nonostante gli “aiuti” che ricevono dall'Ovest; questo film è un'introduzione all'economia politica, soprattutto per quanto riguarda l'aspetto dell'industria agricola mondiale, che sfrutta persone, animali e natura stessa solo in nome del profitto, e crea vantaggi solo per pochi eletti, o solo per la parte più fortunata del mondo. Viene spiegato come quella che una volta si chiamava schiavitù, adesso si chiama “regole del mercato” o “politica economica globale”, ma, nonostante il cambio di nome, non abbia portato un significativo miglioramento nelle vite delle persone sfruttate. Nei suoi 182 minuti, The Dispossessed è stato uno dei film più lunghi di questa edizione. Tuttavia, è stupefacente come il suo ostinato desiderio di smascherare le realtà di sfruttamento nell'industria agricola mondiale riesca a mantenere gli spettatori incollati allo schermo fino alla fine.

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(Tradotto dall'inglese)

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