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VIENNALE 2017

Making Judith!: non tutti i film sono destinati ad essere portati a termine

di 

- Nella sua ultima provocazione cinematografica, in proiezione alla Viennale, Klaus Lemke gioca con il suo personaggio, offrendo una buona prova di cinema a basso budget

Making Judith!: non tutti i film sono destinati ad essere portati a termine
Judith Paus e Klaus Lemke in Making Judith!

Nel prologo di Making Judith! [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
, e precisamente in una didascalia iniziale riportante una sua citazione (“Il solo modo per rendere realistico un film è riempirlo di bugie”), il collaudato filmmaker tedesco Klaus Lemke,soprannominato “Il re del kitsch”, non solo dà la sua sottile opinione sui film a basso budget o senza budget, ma offre anche la chiave di lettura del suo film e delle sue intenzioni. Non è una cosa che riguarda solo la trama; ha a che fare con Lemke, col suo personaggio, con le sue idee sul cinema contemporaneo e con la sua nuova musa che dà il titolo al film. Il film ha appena avuto la sua anteprima internazionale alla Viennale, dove Lemke ha incontrato un già nutrito gruppo di ammiratori, appena qualche mese dopo l'anteprima mondiale al Munich Film Festival.

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Lemke è una figura unica nel panorama del cinema in lingua tedesca, in quanto rimane il solo del “New Munich Group” a rimanere fedele alle radici del cinema a piccolo budget, realizzando numerosi film di genere basso o trash e legati alla sottocultura, in dialetto piuttosto che in tedesco standard, con attori e collaboratori non professionisti, quasi scelti a caso. In passato, Lemke ha anche recitato nei suoi film, ma non ultimamente, quindi Making Judith! segna il suo grande ritorno alla recitazione. Berretto, jeans strappati e Nike Air Max sono parte integrante del suo stile e del suo personaggio, quello dello schermo e non. Per lui, fare film è un’opportunità che chiunque ha di poter essere qualcun altro o qualcos’altro: preferirebbe essere i suoi film piuttosto che se stesso.

Ma non tutti i film sono destinati ad essere portati a termine; questa è la lezione che Lemke deve imparare a duro prezzo quando il mistero dell’oscura famiglia che avvolge la sua presunta figlia Caroline (Mela Feigenbaum), distesa sotto il sole cocente delle Canarie, si dissolve precocemente senza portare da nessuna parte. Lemke ha bisogno del suo nuovo film, e la sua segretaria Judith (Judith Paus) è pronta a fare qualsiasi cosa per aggiudicarsi una parte importante. Il regista, però, è intenzionato a mettere alla prova la sua pazienza, spendendo il denaro che hanno sfilato a un investitore (Murat Mermer) per soddisfare i suoi desideri carnali. È evidente che non sappia su cosa fare il suo film e Judith non è né un’attrice né una produttrice. Ne farà un’attrice? Una produttrice? La sua musa? La nuova Saralisa Volm di Finale, Dancing with Devils e Berlin für Helden?

Si potrebbe dire che Making Judith! sia un esempio eccezionale di cosa significa fare un film fatto bene, perché non lo è affatto. È deliberatamente rozzo, girato come si trattasse di un home-video, con Paulo de Silva alla fotografia e al suono, e con una luce tanto scadente che gli attori restano in ombra per la maggior parte del tempo. Ma Making Judith! è incredibilmente divertente e deve tutto alla sua anima trash. È una vera e propria presa di posizione contro la gentrificazione del cinema. Con questa sua ultima fatica, Lemke mostra di rimanere fedele sia al suo stile che al suo personaggio e, si spera, sembra aver trovato una musa per i suoi prossimi progetti.

Making Judith! è stato prodotto dalla Klaus Lemke Filmproduktion, che gestisce anche le vendite internazionali.

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(Tradotto dall'inglese)

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