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GÖTEBORG 2018

The Violin Player: una passione tranquilla

di 

- Il pluripremiato drammaturgo Paavo Westerberg debutta alla regia con un film scorrevole, anche se leggermente irregolare, presentato nella Nordic Competition del Göteborg Film Festival

The Violin Player: una passione tranquilla
Matleena Kuusniemi in The Violin Player

Il film d’esordio di Paavo Westerberg, The Violin Player [+leggi anche:
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, proiettato nella Nordic Competition del Göteborg Film Festival, si apre con una battuta di Confucio, ma non si può fare a meno di chiedersi se, forse, sarebbe stato meglio optare per The Red Shoes di Powell & Pressburger. Soprattutto lo scambio tra Boris Lermontov e la sconosciuta ballerina Vicky Page, interpretata in modo memorabile da Moira Shearer: "Perché vuoi ballare?" - "Perché vuoi vivere?" - "Beh, non so esattamente perché, ma io devo" - "Questa è anche la mia risposta".

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La storia della famosa violinista Karin (Matleena Kuusniemi), che non è più in grado di suonare dopo che un incidente le ha danneggiato la mano sinistra e fatica a proseguire la sua vita, riecheggia piuttosto esplicitamente il classico del 1948, fino a far discutere i suoi personaggi sull'opportunità di rinunciare a tutto per la propria arte. Westerberg fa riferimento anche ad Amadeus di Miloš Forman, cercando sfacciatamente di trovare somiglianze tra la situazione di Karin e la carriera fin troppo breve vissuta da Tom Hulce. Ma il suo è – per la maggior parte – un affare molto più composto, perché Karin non è un'ingenua ambiziosa. Lei è una persona che ha raggiunto la vetta e poi ha perso tutto, il che in un certo senso rende la sua tragedia ancora più toccante.

Kuusniemi è molto brava qui nel non enfatizzare la disperazione del suo personaggio. Bloccata nel ruolo di una casalinga che non ha intenzione di essere, alla fine decide di trasmettere la sua conoscenza, per poi sbottare: "Sono un'artista, non un'insegnante!". Il che ci porta al più grande problema di Westerberg, visto che non sa veramente come gestire le scene di disordine emotivo. I rapporti di Karin col suo dolente marito (Samuli Edelmann) – apparentemente tanto ignaro delle pene della moglie da regalarle una torta a forma di violino per il suo compleanno – si alternano alla seduzione che la donna esercita sul suo giovane studente Antti (Olavi Uusivirta), per poi risultare chiaro che l'unico vero amore che prova è per la musica.

Ci sono alcune scene buone e giocose, come una sigaretta condivisa in un corridoio sgangherato pochi minuti prima di salire sul palco. Ma non si può negare che i dialoghi inglesi suonino un po’ rigidi (ad un certo punto qualcuno grida: "Balliamo!", come se il solo farlo non fosse abbastanza chiaro), e Westerberg occasionalmente inciampa nella propria sceneggiatura, co-firmata con Emmi Pesonen. Sorprende il fatto che sia opera del due volte vincitore di un Finnish Film Awards per Frozen City [+leggi anche:
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e Frozen Land, entrambi diretti da Aku Louhimies, che ha di recente infiammato il box office con il suo nuovo lavoro in The Unknown Soldier [+leggi anche:
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Probabilmente è un attestato della performance di Kuusniemi il fatto che una volta che l'attenzione passa ad Antti (anche se il perché ci venga detto che pratica pilates non lo sapremo mai) e le cose si fanno un po’ alla Whiplash, il film perde la sua forza. Ma per essere un primo lungometraggio, The Violin Player è piuttosto efficace, e Westerberg, già un nome riconosciuto nel teatro, rende la transizione abbastanza agevole. Speriamo solo che la prossima volta lascerà quelle colombe bianche a John Woo.

The Violin Player è prodotto da Ulla Simonen e Mikko Tenhunen per Mjölk Movies, e finanziato da Finnish Film Foundation, YLE e SF Studios. Le vendite internazionali sono gestate da Mjölk Movies.

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(Tradotto dall'inglese)

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