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FILM Belgio / Francia

Recensione: Carnivores

di 

- Jérémie e Yannick Renier trasformano Leïla Bekhti e Zita Hanrot in sorelle nemiche, in una fiaba crudele sull’amore e la rivalità fraterna

Recensione: Carnivores
Leïla Bekhti e Zita Hanrot in Carnivores

Con il loro primo film da registi, Carnivores [+leggi anche:
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, i fratelli e attori belgi Jérémie e Yannick Renier imbarcano Leïla Bekhti e Zita Hanrot in una fiaba crudele al confine tra i generi, un storia di adorazione e divorazione fraterna.

Mona (Bekhti) ha sempre sognato di fare l'attrice. Ha fatto il conservatorio, nella sua famiglia hanno sempre pensato che fosse un'attrice nata. Ma al momento di iniziare la sua carriera, viene sorpassata dalla sorellina Sam, scoperta in un casting casuale, che diventa una star.

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Smarrita e senza un soldo, Mona bussa alla porta di Sam per trovare rifugio e sostegno. A poco a poco, Mona diventa l'assistente di Sam, sul set come a casa. La situazione vacilla sul set del film che dovrebbe rendere Sam una star assoluta. Sotto l'egida del Pigmalione, Paul Borsek, Sam potrebbe trovare il ruolo della sua vita. La malsana relazione che unisce le due sorelle al regista farà esplodere il fragile equilibrio tra loro due e spingerà Sam verso l’estremo...

I Renier registi scelgono consapevolmente di confondere le piste. Dopo una prima parte altamente claustrofobica, scappano verso la luce, dove le loro eroine intraprendono un inaspettato road-movie, che le porterà ai confini del film fantastico, anche del survival. Il film si sviluppa sul filo di questi due movimenti distinti e opposti, come un richiamo alla dualità tra le due sorelle.

Tra tensioni familiari, manipolazioni affettive e rivalità fraterna, lo spettatore è invitato ad assistere a una mise en abime narrativa ed estetica che sfugge al suo scenario abituale per portarlo verso altri territori cinematografici.

Nel ruolo delle due sorelle, troviamo Leïla Bekhti (che torna dopo una pausa per maternità) e Zita Hanrot (César della miglior promessa per Fatima), che declinano efficacemente la partizione che è stata loro assegnata: una chiusa, protetta dai suoi occhiali spessi, che gradualmente cerca di emanciparsi, mentalmente e fisicamente, e l'altra di volta in volta solare ed esplosiva, o fugace e inafferrabile. Nel ruolo della madre, necessariamente imperfetta, la sempre impeccabile Hiam Abbass, e in quello del regista e satiro demiurgo l'imponente attore fiammingo Johan Van Heldenberg.

Carnivores è prodotto da Les Films du Fleuve, la società di produzione fondata dai fratelli Dardenne specializzata in coproduzioni europee (Cristian Mungiu, Ken Loach, Andreï Zviaguintsev, Pierre Schoeller), che dopo il film di Amélie Van Elmbt, Drôle de Père [+leggi anche:
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, uscito lo scorso autunno, conferma la sua volontà di produrre film maggioritari, e coproduce con Chi-Fou-Mi Productions. Il film esce in Francia il 28 marzo (distribuito da Mars Films) e poi in Belgio l’11 aprile.

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(Tradotto dal francese)

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