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EDIMBURGO 2018

Recensione: The Devil Outside

di 

- Il secondo film del regista britannico Andrew Hulme è una coinvolgente esplorazione della religione in una società secolare

Recensione: The Devil Outside
Noah Carson in The Devil Outside

Il film d’esordio di Andrew Hulme, Snow In Paradise [+leggi anche:
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, era stato proiettato nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes 2014, e presentava un personaggio principale che vedeva l'Islam come una via d'uscita dal suo stile di vita da gangster. La religione è anche al centro del secondo film di Hulme The Devil Outside [+leggi anche:
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, presentato in anteprima mondiale al Festival internazionale del cinema di Edimburgo, ma mentre nel suo primo lungometraggio rappresentava la strada per la salvezza, qui i piani sono invertiti.

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The Devil Outside segue un bambino curioso ma timido, Robert (Noah Carson), mentre inizia a mettere in discussione la fede cieca dei suoi genitori cristiani. Essendo stato educato in casa per la maggior parte della sua infanzia, Robert deve ora frequentare la scuola secondaria dove, per la prima volta, apprende la teoria dell'evoluzione e viene introdotto all'idea di un mondo senza Dio. Comincia a chiedersi se la scienza potrebbe essere per lui una fonte migliore di conoscenza della vita, dell'universo e di tutto il resto. In chiesa, nel frattempo, incontra un ragazzo adolescente che sta dalla parte sbagliata, il malizioso Marcus (Daniel Frogson), che rigetta l’idea di qualsiasi tipo di onnipresenza divina ed è più che familiare con l’utilizzo della pornografia su internet. Marcus è il diavolo? O è Robert di cui dovremmo preoccuparci?

Il film ricorda Pier Paolo Pasolini nel suo andamento, il suo tema e il suo tono marcatamente austero, e non è molto lontano dal genere horror. La madre senza nome di Robert (Keeley Forsyth) governa il focolare attraverso gli sguardi senza parole che lancia verso i suoi cari, e le occhiate minacciose a cui li sottopone. Si infatua del predicatore laico David (Mark Stobbart), che si presenta alla congregazione dichiarando che il paese "ha perso Dio, abbiamo nascosto la nostra fede e proviamo imbarazzo nell’essere riconosciuti come cristiani". È anche convinto che Dio gli abbia mandato dei segnali. Il padre di Robert (Alex Lowe), nel frattempo, è un'anima più gentile, che cerca di persuadere suo figlio ad ascoltare sua madre e a seguire la strada di Cristo. Tutte queste influenze, insieme a un netto aumento dei suoi livelli di testosterone, lasciano Robert in uno stato di confusione. Una scoperta casuale in un bosco convince Robert di aver ricevuto anch'egli un segno da Dio, una conferma che garantisce la sua popolarità sia a casa che in chiesa, situata in un ex villaggio minerario nel Nottinghamshire.

Il tema della religione in una società secolare è fertile e coinvolgente, e quello di Hulme è un approccio accattivante alla narrazione. Tuttavia, in alcuni punti, si affida troppo al caso e alla coincidenza per alimentare la trama, che a volte procede a un ritmo faticoso nonostante la capacità del regista di gestire in modo esperto le contraddizioni interne che si scatenano in Robert, come nella scena in cui la madre del protagonista lo incontra nel bosco, proprio mentre sta facendo una rozza dichiarazione di desiderio a una sua ammiratrice. A parte i difetti di plot, The Devil Outside è un’esplorazione della fede e della scienza ben fatta, ben recitata e avvincente.

The Devil Outside è prodotto da Christine Alderson per la struttura britannica Ipso Facto e coprodotto dalla francese The Jokers, con il supporto del BFI, Lipsync Post, Headgear e Backup Media. Le vendite internazionali sono gestite da Protagonist Pictures.

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(Tradotto dall'inglese)

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