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KARLOVY VARY 2018 East of the West

Recensione: Via Carpatia

di 

- KARLOVY VARY 2018: Il film d'esordio del duo di registi Klara Kochańska e Kasper Bajon incanala lo spirito di Abbas Kiarostami nel suo esame della crisi dei migranti in Europa

Recensione: Via Carpatia
Piotr Borowski e Julia Kijowska in Via Carpatia

La maggior parte dei film che trattano della crisi dei migranti in Europa lo fanno dal punto di vista dei migranti stessi. I registi esordienti Klara Kochańska (vincitrice di uno Student Academy Award nel 2016 per il suo cortometraggio The Tenants) e Kasper Bajon cambiano prospettiva in Via Carpatia [+leggi anche:
trailer
intervista: Klara Kochańska
scheda film
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, che ha debuttato in prima mondiale nella competizione East of the West di Karlovy Vary, filtrando l'esperienza attraverso gli occhi di una coppia borghese benestante.

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Julia (Julia Kijowska) e Piotr (Piotr Borowski) sono una coppia polacca benestante che sogna la sua prossima vacanza di lusso. Ma la madre di Piotr rivela di aver segretamente messo da parte del denaro per salvare il padre di Piotr da un campo profughi. Julia e Piotr intraprendono un viaggio in auto verso il confine greco-macedone per esaudire i suoi desideri, e lì iniziano a vedere un'Europa che prima avevano visto solo filtrata attraverso gli occhi dei media. Ma man mano che il loro obiettivo finale si avvicina, iniziano a domandarsi se lasciare le loro vite tranquille alle spalle sia stata una buona idea.

Questa è un’opera cruda e audace che – dato che è in parte improvvisata – ha un forte senso del documentario e del realismo mentre la videocamera segue da vicino i protagonisti nel loro fatidico viaggio. C'è anche un forte senso del "qui e ora", poiché il film utilizza i report radiofonici e televisivi contemporanei che parlano della crisi. Ma questi funzionano anche per allontanare noi e i protagonisti dalla realtà della situazione dei rifugiati. Loro sono costantemente separati dalla vita reale, osservando il mondo dalla sicurezza di un'auto e dalla loro confortevole esistenza borghese. Man mano che si avvicinano al loro obiettivo, e i brevi incontri che hanno con gli altri iniziano a portare la realtà più vicino a casa, si trovano di fronte al dilemma se siano in grado di uscire dalla loro accogliente bolla. Sicuramente, il film si presenta come un attacco al senso di ennui e indifferenza della classe borghese, con persone che spendono tante parole per le terribili situazioni in cui la gente si trova ma che in realtà non fanno nulla al riguardo. Gli ultimi momenti sono particolarmente selvaggi, con un senso di rassegnazione e di sconfitta che permeano l'atmosfera. Ma mentre questo tono è innegabilmente brutale e critico, c'è anche un senso di esasperazione – davanti a un problema grande come la crisi, si può fare veramente qualcosa?

Kijowska e Borowski sono convincenti nei ruoli principali, entrambi credibilmente disposti a fare la cosa giusta, ma anche imperfetti e umani. La loro chimica tiene insieme bene il film, specialmente in alcuni dei momenti più compassati ambientati nell'auto.

Avendo avuto la sua prima mondiale a East of the West, Via Capartia dovrebbe ora suscitare un grande interesse nel circuito dei festival, specialmente da parte di chi cerca un’opera coraggiosa di due giovani registi le cui future iniziative sono attese con interesse.

Il film è prodotto da MD4, e coprodotto da Heaven’s Gate, Sektor Film, Chimney Poland, Sound Mind e Kijora Film. Le vendite internazionali sono gestite da IKH Pictures Promotion.

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(Tradotto dall'inglese)

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