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SAN SEBASTIAN 2018 Concorso

Recensione: Entre dos aguas

di 

- SAN SEBASTIÁN 2018: Isaki Lacuesta riprende i protagonisti del suo precedente La leyenda del tiempo in un film che viene gestito superbamente nei limiti tra finzione e realtà

Recensione: Entre dos aguas

Isaki Lacuesta è un assiduo frequentatore del Festival de San Sebastián: ha partecipato in varie sue sezioni e ha già ricevuto la Concha d’Oro, nel 2011, per Los pasos dobles [+leggi anche:
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. Nella competizione della 66a edizione del concorso basco, appare con il suo nuovo film, Entre dos aguas [+leggi anche:
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, che è una continuazione di La leyenda del tiempo, girato nel 2006 e con due fratelli zingari (Isra e Cheíto) come protagonisti.

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Quegli adolescenti sono diventati adulti: uno è un militare imbarcato su navi che solcano oceani lontani, l'altro è appena uscito di prigione e vuole riconquistare la fiducia della sua famiglia, ma l'ambiente e la situazione lavorativa non lo aiutano a reinventarsi. La cinepresa di Lacuesta, in formato cinematografico e non digitale come nel suo precedente approccio a questi personaggi, ritorna a scenari noti: quello di San Fernando, a Cadice, dove la bellezza contrasta con la durezza, condizionando fortemente il vagabondare di un Isra perduto ancora nelle sue stesse decisioni e un Cheito che cerca, come fanno anche i suoi amici, di guidarlo a raggiungere la sua stabilità e il suo equilibrio.

Entre dos aguas avvicina così tanto lo spettatore a questi due fratelli che sarà anch'esso testimone della nascita (vera) di una delle figlie di Isra: la cinepresa di Lacuesta si attacca alla loro pelle abbronzata, alle loro schiene tatuate e ai loro piedi feriti, scalzi e macchiati di fango. Il cineasta ama profondamente questi uomini che combattono contro gli elementi e questa passione la trasmette senza compiacimento, ritraendo un mondo che sembra così reale che molte persone si chiederanno se quello che vedono sullo schermo è un documentario, un frammento di vita o se sia una videocamera nascosta a catturare tale naturalezza.

Ma non è così: una sceneggiatura scritta dal regista insieme alla sua compagna abituale Isa Campo (La próxima piel [+leggi anche:
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intervista: Isa Campo, Isaki Lacuesta
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) e a Fran Araújo (El Rayo [+leggi anche:
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) ha strutturato questo film in modo che ci fosse sempre una porta aperta per gli attori per portarvi lo spirito, la spontaneità e l’autenticità della Spagna meridionale.

Condito con frammenti di La leyenda del tiempo che evidenziano il passare del tempo, costruendo così una sorta di Boyhood andaluso, il lato negativo di tale fascinazione per questi ragazzi è che Lacuesta va di pari passo con il filmato e, alla fine, i 136 minuti della pellicola risultano eccessivi per questa cronaca del tempo inarrestabile, della redenzione, del cameratismo e della reinvenzione in un luogo semi-sconosciuto che solo lo sguardo di un cineasta tanto inquieto, sensibile, audace e curioso come Lacuesta è capace di ritrarre con amore e rispetto.

Entre dos aguas, la cui musica è composta da Kiko Veneno e Raúl Refree, è una produzione delle spagnole La Termita Films, Bteam Prods, All Go Movies e Mallerich Films, la svizzera Bord Cadre Films e la rumena SC Studio Indie SRL. Esce in Spagna il 30 novembre del 2018 distribuito da BTeam Pictures. Delle sue vendite si occupa Filmax.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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