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FILM Paesi Bassi / Germania

Recensione: Living the Light - Robby Müller

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- La direttrice della fotografia divenuta regista Claire Pijman ha realizzato un documentario poetico sul leggendario DoP Robby Müller

Recensione: Living the Light - Robby Müller

Anche se non conoscete il nome di Robby Müller, è probabile che abbiate visto uno dei suoi lavori. È famoso per le sue numerose collaborazioni con Wim Wenders, Jim Jarmusch e Lars von Trier, tutti prodighi di aneddoti sul direttore della fotografia morto nel luglio di quest'anno, all'età di 78 anni. Müller ha anche filmato Barfly di Barbet Schroeder (1987), Repo Man di Alex Cox (1984) e To Live and Die in L.A. di William Friedkin (1985), per citare solo alcuni dei suoi oltre 70 film. Il documentario della direttrice della fotografia diventata regista Claire Pijman, Living the Light – Robby Müller [+leggi anche:
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celebra il lavoro dell'olandese lasciando che le immagini poetiche facciano gran parte del discorso, con l’aggiunta di commenti di luminari come Steve McQueen, Agnès Godard e von Trier. Il documentario è stato presentato alla Mostra di Venezia, nella sezione Documentari di Venezia Classici, e sarà di particolare interesse per chi vuole realizzare film.

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Il film si concentra sui collaboratori contemporanei di Robby che descrivono come era solito illuminare le scene, in particolare una sequenza in camera da letto di Barfly dove creò dei tubi e li nascose dietro le tende per far rimbalzare la luce dal muro, o come usò la sua intuizione per catturare bei momenti, come spiegato dal montatore Jay Rabinowitz quando parla di una ripresa fatta dall'Empire State Building, dove Müller si sposta istintivamente con un uccello che attraversa l’inquadratura. Come evidenziato dal titolo, è l'uso della luce solare naturale che affascina maggiormente il regista Pijman, e c'è una tale meraviglia con cui Wenders in particolare parla delle loro collaborazioni, che la sua totale fiducia in Müller diventa evidente.

Attraverso la visione di clip e ascoltando il commento che le accompagna, abbiamo anche un'idea di alcuni dei problemi personali di Müller, poiché a quanto pare è stato lui a insistere sul finale cupo di Paris, Texas, visto che lui stesso aveva appena divorziato. Apprendiamo anche come il direttore della fotografia fosse costantemente fuori casa per lavoro, il che non era l’ideale per costruire relazioni. Il film rifugge una narrazione cronologica e i tropi del biopic, e il risultato è un insieme di osservazioni poetiche e serene, piuttosto che di semplici fatti.

Anche se in gran parte vicino all'agiografia, c'è anche un tono malinconico nel racconto, rafforzato dalla colonna sonora realizzata dai membri della band Sqürl Jarmusch e Carter Logan. Questa atmosfera è ben rappresentata da un sottotitolo di ombre e luci che specifica che questo documentario è composto dal suo archivio personale – che conteneva scatole piene di nastri Hi8, Polaroid e immagini che Müller ha girato – e che diversi anni fa è stato sopraffatto da un malattia che gli ha fatto perdere il potere della parola. Così le sue immagini parlano per lui, sebbene Pijman aggiunga qualche filmato di repertorio di Müller che compare nel DVD extra, dove spiega i suoi pensieri e il suo approccio cinematografico. Un bel tributo al lavoro di Müller.

Living the Light – Robby Müller è prodotto dalle olandesi Moondocs e Stichting Docu Shot, e dalla tedesca Chromosom Film GmbH. Le vendite mondiali sono gestite da Wide House.

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(Tradotto dall'inglese)

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