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FILM Italia

Recensione: Klimt & Schiele. Eros e Psiche

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- In una Vienna capitale europea del pensiero e delle artisi incrociano le sensuali visioni artistiche di due geni. Un documentario evento che inizia un tour mondiale il 22 ottobre da Italia e Svezia

Recensione: Klimt & Schiele. Eros e Psiche
Lorenzo Richelmy in Klimt & Schiele. Eros e Psiche

Agli inizi del 1900, Vienna è la inconsapevole capitale europea del pensiero e delle arti, vive un’epoca destinata a concludersi con la prima guerra mondiale e la caduta dell'impero asburgico. È la città delle tradizioni millenarie, della dinastia regnante più longeva d'Europa ma allo stesso tempo delle rivoluzioni artistiche più travolgenti. E’ un mondo che corre verso il collasso, ma in cui si muove un’energia culturale dirompente. I mitici caffè del centro sono luoghi di incontro in cui si discute di arte, cultura, politica. Sigmund Freud, che nella Berggasse aprì il primo studio di psicanalisi al mondo, predilige il Café Landtmann. Per le sue strade eleganti si possono incrociare Arthur Schnitzler, Hugo von Hofmannsthal, il giovane Ludwig Wittgenstein, i futuri registi Fritz Lang e Erich von Stroheim.

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Alma Mahler, la vedova di Gustav, che divenne la musa di Oskar Kokoschka e Walter Gropius, invitava musicisti ed intellettuali nel suo prestigioso salotto. Il primo dei suoi amanti fù però Gustav Klimt, la stella del “secessionismo” viennese. Di questo grande pittore e del suo allievo Egon Schiele tenta con successo di tracciare le storie il documentario di Michele Mally Klimt & Schiele. Eros e Psiche [+leggi anche:
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, scritto da Arianna Marelli eprodotto da 3D Produzioni e Nexo Digital. Il film uscirà come evento il 22, 23, 24 ottobre in Italia in 350 sale e in Svezia e quindi in Svizzera il 26 e Australia il 27, per proseguire il suo tour a novembre in Russia, Colombia, Finlandia, Canada, Belgio, Ucraina e successivamente negli altri Paesi europei e Stati Uniti.

Con una regia raffinata e una nitida fotografia che esalta forme e colori, firmata dal giovane Mateusz Stolecki, la versione theatrical in 4K fa compiere un viaggio allo spettatore che non è solo dentro le opere innovative e spesso “scandalose” dei due grandi artisti (che incontriamo nelle sale dell’Albertina, del Belvedere, del Kunsthistorisches Museum, del Leopold Museum, del Wien Museum), ma attraverso la Storia stessa, raccontata dalla voce dell’attore Lorenzo Richelmy. In una Vienna che si appresta a implodere si agitano sovrapponendosi le vite dei due artisti in un rapido back/forward. È il 31 ottobre del 1918, a guerra finita, quando muore a soli 28 anni Schiele, figlio di un capostazione di provincia, una delle 20 milioni di vittime della devastante influenza spagnola.  C’è una foto che ritrae l'artista disteso sul cuscino, ormai morto, e sembra l’immagine di una sua opera. Con i suoi autoritratti, i suoi contorti nudi di donna, i suoi amanti avvinghiati in abbracci morbosi e sensuali, è il pittore che ha esercitato l'influenza più duratura sulla scena artistica viennese dopo la conclusione della grande era di Klimt. Prima di lui, Gustav Klimt aveva affrontato i temi della sensualità e del desiderio così come della disperazione, illuminando con sfarzo le sue opere che rivelavano l'influenza dell'arte egizia e giapponese.

Per raccontare l’eros e la psiche dei due artisti, negli anni in cui Freud pubblica L’interpretazione dei Sogni, il film si avvale delle letture di testi dell’attrice Lily Cole, degli interventi delNobel per la medicina e neuroscienziato Eric Kandel, degli storici dell’arte Alfred Weidinger e Jane Kallir del musicologo Bryan Gilliam e del pianista Rudolf Buchbinder.Ne esce il ritratto di un’epoca diirripetibile temperie culturale in cui si infrangono tabù e si fanno saltare le regole delle classi medio-alte della società viennese e del mondo occidentale. Cambia il rapporto erotico tra i due sessi e le donne assumono ruoli inimmaginabili sino a quel momento: Hermine Hug-Hellmuth, una delle prime donne ad essere ammessa alla Società Psicoanalitica di Vienna, pubblica un diario sulla vita sessuale di una ragazzina; lo studio fotografico di Dora Kallmus diventa famoso nella capitale e Berta Zuckerkandl  apre il suo salotto agli artisti più in vista. La visione artistica e il turbamento dei quadri di Klimt e Schiele riescono oggi a comunicare con noi con la prepotenza di un talento innegabile. E film come questo ci dicono quanto la libertà dell’arte e della cultura sia costantemente in pericolo, in giorni in cui una petizione spinge il Metropolitan a censurare un dipinto di Balthus,  si chiede agli Staatliche Museen di Berlino di rimuovere il Cupido di Caravaggio perché mostra il sesso e a Londra la società dei trasporti pubblici censura i manifesti della mostra di Egon Schiele.

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