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LONDRA 2018

Recensione: Lords of Chaos

di 

- Nel raccontare la storia della band norvegese di black-metal Mayhem, il regista svedese Jonas Åkerlund realizza il suo film più tradizionale

Recensione: Lords of Chaos
Rory Culkin in Lords of Chaos

Sarebbe difficile trovare un regista più qualificato per fare un film sul famigerato gruppo norvegese black-metal Mayhem del regista svedese Jonas Åkerlund, e lo ha fatto con Lords of Chaos [+leggi anche:
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, proiettato nella sezione Cult del London Film Festival. Negli anni '80 è stato il batterista della band metal svedese Bathory. Dopo aver smesso, Åkerlund è diventato noto per la destrezza visiva dei suoi video musicali, che gli hanno fatto guadagnare uno dei più prestigiosi premi musicali del pianeta. Il suo recente documentario Rammstein: Paris ha vinto un UK Music Video Award come miglior film concerto. Ha documentato Madonna e Paul McCartney e realizzato clip musicali per molti dei più grandi nomi degli ultimi decenni, tra cui U2, Beyoncé e Lady Gaga.

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Ad oggi, i suoi lungometraggi narrativi sono stati estremamente sperimentali ma di gran lunga meno efficaci. La sua avventura del 2002, Spun, cercava di far sentire il pubblico come se fosse sotto effetto di metanfetamina ed era forse un po’ troppo efficace nel raggiungere questo obiettivo. Horseman (2009) è un caos di proporzioni bibliche, e Small Apartments (2002) è passato piuttosto inosservato. Per Lords of Chaos, ha seguito una struttura a tre atti più tradizionale e ha creato di gran lunga il suo film più guardabile.

Come introduzione sullo schermo, compare la frase "Basato su verità e bugie". E tali sono le varie versioni sul rapporto tra i membri della band Mayhem – Dead (Jack Kilmer), Euronymous (Rory Culkin) e Varg (Emory Cohen) – che il film non poteva essere altro che una congettura. Nonostante un caso giudiziario altamente mediatico, gran parte di ciò che è accaduto nella band nei primi anni '90 rimarrà per sempre un mistero. Åkerlund ha scelto di rendere Euronymous il personaggio più simpatico di una storia di ragazzi che vogliono ribellarsi, fare rock duro e vivere la vita al limite. È narrato da una voce fuori campo che sembra uscita da Sunset Boulevard, che regalerà a chiunque si sia perso il suicidio del 1991 o l'omicidio del 1993 un finale a sorpresa.

Più di due decenni sono passati dagli eventi del film, che arriva in un momento interessante poiché ora la storia può essere contestualizzata in termini di privilegio bianco, mascolinità tossica e il massacro di Utøya, che è stato di recente al centro dell'attenzione di due film molto diversi, quello di Erik Poppe U – July 22 [+leggi anche:
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e quello pieno di cliché di Paul Greengrass, 22 July [+leggi anche:
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. Da parte sua, Åkerlund vuole capire come un ragazzo borghese benestante possa diventare un autoproclamato satanista che brucia le chiese. È un film sugli idioti, e fare un ritratto con dei buffoni come personaggi centrali è difficile, ma Åkerlund lo fa con aplomb. Vediamo Mayhem diventare una parte fondamentale della nascente scena black-metal norvegese, poi la spaccatura turbolenta e, infine, l'episodio chiave dell'omicidio, raccontato in una classica struttura a tre atti. Ma Åkerlund non dimentica di cospargere il suo lavoro con alcune di quelle sequenze di montaggio che sono diventate la sua firma, così come episodi di violenza sanguinosa. Il risultato è una storia intrigante, ben interpretata e di una fattura impressionante.

Lords of Chaos è una produzione britannico-svedese-norvegese-americana guidata da 4 1/2 Film ASThe Chimney Pot SwedenRSA FilmsScott Free Productions, Eleven Arts, Insurgent Media e Vice Films. La struttura britannica Protagonist Pictures detiene i diritti internazionali.

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(Tradotto dall'inglese)

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