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ASTRA 2018

Recensione: Free Dacians

di 

- Il nuovo film di Monica Lăzurean-Gorgan e Andrei Gorgan dimostra che l'ossessione dei rumeni per la propria storia antica non è poi così locale come sembra

Recensione: Free Dacians

Due anni dopo aver ricevuto il Cuore di Sarajevo come miglior film documentario per il suo elogiato A Mere Breath [+leggi anche:
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, la regista rumena Monica Lăzurean-Gorgan ha collaborato con il suo montatore Andrei Gorgan per un cambio di tono registico: l'assurdo, ma sempre rilevante, Free Dacians [+leggi anche:
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, mostrato di recente nella competizione rumena all'Astra Film Festival (15-21 ottobre, Sibiu).

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Il documentario segue un fenomeno sempre più popolare e travagliato nella società rumena – vale a dire, l'ossessione per le gesta eroiche dei Daci, gli antichi abitanti del territorio ora occupato dalla Romania. I Daci furono conquistati dai Romani nel 106 d.C., e il fatto che resistettero più volte ai più potenti eserciti romani, le molte leggende che ora vengono trasmesse ai bambini dalla più giovane età e l'abbellimento dell'antica Dacia nei libri di storia durante il regime comunista, hanno portato molti rumeni a vedere i Daci come l'epitome dell'eroismo, del coraggio e della mascolinità. I più ferventi (e di solito i più fantasiosi nell’alimentare leggende apocrife) di questi appassionati di Dacia sono definiti dai loro più riservati compatrioti come "dacopatici", una costruzione linguistica simile a "sociopatico".

Free Dacians esplora alcuni aspetti di questo fenomeno culturale. Vediamo uomini barbuti vestiti in costumi tradizionali che si intrattengono in rituali arcani, famiglie che vivono in un "villaggio daco", una troupe di attori dilettanti che mettono in scena gli scontri tra Daci e Romani, e così via. In uno dei momenti più esilaranti del film, un ex sindaco di Cluj-Napoca, una delle città più grandi e cosmopolite della Romania, sostiene con nonchalance che Gesù sia nato in realtà in Dacia. La sua argomentazione inconfutabile? La somiglianza tra le parole "Galilea" e "Galaţi", quest'ultima una città nell'attuale Romania. E si può solo immaginare come possano reagire i tedeschi quando afferma che "Deutschland" in realtà significa "il paese dei Daci"...

I due registi usano un'ambientazione minimalista per le loro interazioni con i "dacopatici". Non giudicano e non fanno alcuno sforzo per confutare le dichiarazioni a volte oltraggiose che i loro intervistati fanno davanti all'obiettivo. Non creano un dialogo, preferendo essere distaccati destinatari di varie asserzioni che variano da assurdità a mere dichiarazioni d'amore per uno stile di vita più pulito e più tradizionale. E questa raccolta di opinioni stravaganti non è così locale come potrebbe sembrare, aggiungendosi a una moltitudine di esempi estremi, assurdi e nazionalistici provenienti da altrove.

Sfortunatamente, il distacco dei registi e il loro approccio osservativo rendono Free Dacians poco più che una sfilata di freak e stravaganti, le cui reazioni aneddotiche non arrivano mai al cuore del fenomeno. Con una durata di poco più di 60 minuti, Free Dacians avrebbe tratto maggior vantaggio da un approccio più razionale, istruito e specializzato sull'argomento. Tra gli intervistati del doc ci sono uno storico e un archeologo, ma la loro opinione sul fenomeno non è molto più di un troppo disinvolto "questi ragazzi dicono cose pazze".

Ci sono pochissimi esempi di film che possono essere favoriti da una determinata data di uscita. Prodotto da Manifest Film, Free Dacians uscirà a livello nazionale il 1° dicembre, il giorno in cui la Romania celebra il 100° anniversario della cosiddetta Grande Unione del 1918. È quindi un commento ovvio (e necessario) alla presa di posizione sempre più nazionalista dei politici rumeni.

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(Tradotto dall'inglese)

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