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INDUSTRIA Italia

In Sardegna, il 9° workshop di APostLab dedicato alla post-produzione

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- 24 partecipanti, tra produttori e supervisori di post-produzione provenienti da 17 paesi del mondo, si sono riuniti a Cagliari dall’8 al 13 novembre

In Sardegna, il 9° workshop di APostLab dedicato alla post-produzione
Un momento della lezione sulla post-produzione sonora condotta da Niko Remus a Cagliari

Sono arrivati da Francia, Germania, Svezia, Ungheria, ma anche da Egitto, Bolivia, Brasile e molti altri paesi europei e del mondo (17 in tutto), i 24 partecipanti del 9° workshop di APostLab (Amsterdam Post Lab), che ha riunito dall’8 al 13 novembre scorsi, a Cagliari (Sardegna), produttori e post-supervisor in quello che rappresenta, ad oggi, uno dei pochissimi laboratori internazionali dedicati alla post-produzione cinematografica. Un fitto programma di sei giorni che prevede sessioni di lavoro di gruppo e individuali con tutor ed esperti su specifici progetti in fase di produzione, e lezioni plenarie dove si affrontano i vari aspetti del processo di post-produzione: dalla pianificazione del budget alla creazione di DCP e DCDM, passando per il color grading, la post-produzione sonora, le principali tecniche VFX, il quality check e molto altro ancora. 

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L’obiettivo principale del seminario è portare produttori e supervisori di post-produzione ad acquisire un linguaggio comune e a dialogare fra loro. “La nostra missione è rendere i produttori più consapevoli dell’importanza della post-produzione e dar loro gli strumenti per apprezzare meglio questa importante fase della creazione cinematografica”, ci spiega Joost de Vries, managing director di APostLab. “Il produttore viene con un progetto e noi lo associamo a un post-supervisor, di modo che lavorino insieme a un piano”. “Invitare il post-supervisor a far parte del progetto creativo è la soluzione per ottimizzare i costi ed evitare in seguito spiacevoli sorprese”, specifica Hans van Helden, direttore di post-produzione presso Netflix, e head of studies ad APostLab: “Di solito, il budget è realizzato da un line producer che sa tutto di riprese, ma che non sa cosa sia veramente necessario in post-produzione. E spesso, quando interviene il post-supervisor, è troppo tardi”.

“La post-produzione comincia prime delle riprese”, è il messaggio chiave secondo Niko Remus, supervisore di post-produzione che ha lavorato con registi come Margarethe von Trotta, Jim Jarmush e Roy Andersson, anche lui nel team di APostLab come head of studies: “Il nostro workshop si concentra su ciò che i produttori devono sapere per avere una discussione ad alto livello con chi si occupa di post-produzione. Serve una comprensione tecnica di base, un linguaggio comune che permetta a persone che lavorano insieme per tanto tempo su un film di scambiarsi idee”.

“Noi produttori tendiamo ad essere più competenti su sviluppo e riprese che non sulla post, e questo si paga”, ci conferma Oswald Garms, produttore delegato Ombre Rosse Film Production, partecipante al workshop, “si tende a spendere tutti i soldi nelle riprese, arrivando poi in post senza risorse adeguate. Fino al montaggio ho un’idea chiara di cosa stiamo facendo, da lì fino in sala invece no”. E conclude: “E’ anche importante qui sentire, durante le sedute di gruppo, cosa viene detto su altri progetti perché ti dà una nuova prospettiva sul tuo lavoro o sul film che farai domani”.

Dello stesso avviso è Cécile Tollu-Polonowski, produttrice di Match Factory Productions: “E’ un’occasione per consolidare le proprie conoscenze. Già dopo due giorni mi sento più sicura su cose con cui ho a che fare tutti i giorni, ma che non capivo molto bene”. “A volte ti specializzi in una parte del business e ti mancano informazioni su altri aspetti”, afferma Martina Lajtner, post-supervisor slovena specializzata in color correction, “è un bene scambiare esperienze con colleghi e capire di cosa i produttori hanno bisogno”. Le fa eco Daniel Dode, post-supervisor presso Post Frontier: “Chi lavora alla post sta spesso chiuso nella sua stanza, questa è un’occasione rara per incontrare gente da diversi mercati e culture, e conoscere modi diversi di fare quello che facciamo”.

Tra i partecipanti al 9° workshop APostLab, anche il regista-produttore Rati Tsiteladze, candidato agli EFA con il suo corto Prisoner of Society: “Vengo dalla Georgia, un paese piccolo, e un evento come questo è un’opportunità per capire come funzionano gli altri paesi”. “Teniamo alla varietà delle nazionalità presenti, cosa ogni paese può portare a livello professionale”, ci dice infine Neeltje van der Heijden, program manager di APostLab, “il programma si aggiorna ogni anno perché le cose cambiano velocemente. Bisogna reinventarsi sempre”.

La 10ma edizione del workshop annuale di sei giorni si svolgerà nell’autunno 2019. APostLab organizza anche dei seminari di un giorno durante l’anno. Per info, visita la pagina facebook e/o il sito web.

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