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FILM Spagna / Francia

Recensione: Quinqui Stars

di 

- Juan Vicente Córdoba rivisita l'immaginario cinematografico spagnolo degli anni '70 e '80 attraverso i suoi personaggi marginali, con risultati tiepidi

Recensione: Quinqui Stars

Il cosiddetto cinema quinqui spagnolo è passato dall'essere commerciale e d'azione (con uno sfondo di denuncia sociale) negli anni Settanta-Ottanta del XX secolo a cult grazie alla rivendicazione fatta da registi, giornalisti e studiosi dei decenni successivi, come evidenziato dalla magnifica mostra su uno dei suoi migliori esponenti, Eloy de la Iglesia, allestita fino ai primi giorni di novembre nella sala Artegunea di Tabakalera, a San Sebastian. Ora arriva sugli schermi, dopo essere passato per la sezione DOC España dell'ultima edizione della Seminci (Semana Internacional de Cine de Valladolid), il documentario – con momenti di fiction – Quinqui Stars [+leggi anche:
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, diretto da Juan Vicente Córdoba.

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Il madrileno Córdoba aveva ritratto nei suoi lavori precedenti la periferia della capitale spagnola e i conflitti dei suoi abitanti: basti ricordare il suo cortometraggio Entrevías o il lungo A golpes, interpretati entrambi da Daniel Guzmán. Questo interprete, che ha anche trattato la problematica dei giovani di periferia nella sua opera prima, A cambio de nada [+leggi anche:
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intervista: Daniel Guzmán
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, appare, insieme agli attori José Sacristán e Enrique San Francisco, come ospite di Quinqui Stars. Il rapper El Coleta, che guida il documentario, parla con loro del cinema realizzato negli anni Settanta e Ottanta in Spagna, interpretato da giovani delinquenti e firmato da cineasti come Carlos Saura, José Antonio de la Loma o il summenzionato Eloy de la Iglesia.

Queste interviste sono, quindi, illustrate con immagini di film dei decenni a cui si fa riferimento - la parte più interessante di un'opera che non trova il suo corso, poiché oscilla tra lo studio sociologico e cinematografico con un tentativo di trasferire quei conflitti e quelle questioni sociali ai nostri giorni, perché secondo il suo regista, sono i coltivatori dello stile musicale chiamato trap – La Zowi, La Flavi, Ms Nina e Bea Pelea, fra gli altri – gli eredi di quei "El Vaquilla", "Pirri" e "El Torete" che abbiamo visto fuggire dalla polizia, rubare auto e spararsi eroina sugli schermi dei cinema di quartiere in tutta la Spagna.

Questo collegamento non si materializza in questo documentario ben intenzionato ma disorientato, che finisce per non approfondire né il fenomeno cinematografico che analizza né quello musicale che rivendica, né tanto meno i fattori sociologici che hanno dato origine a entrambi (per non parlare di alcune sfortunate digressioni cinefile). Un vero peccato, perché il soggetto si prestava a molto più di una semplice successione di conversazioni, numeri musicali e passeggiate attraverso i quartieri della periferia di Madrid.

Quinqui Stars è una produzione Dexiderius Producciones Audiovisuales e Promarfi Futuro 2010 in coproduzione con Galoproductions (Francia). Sarà distribuito da Syldavia Cinema in Spagna il 30 novembre.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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