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BLACK NIGHTS 2018 Concorso film estoni

Recensione: Fire Lily

di 

- Questa versione estone di Rosemary's Baby scade nello sciocco, ma trova in Ingrid Isotamm un'interprete vivace

Recensione: Fire Lily
Ingrid Isotamm in Fire Lily

Il film d'esordio di Maria Avdjushko, Fire Lily [+leggi anche:
trailer
scheda film
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, presentato nel Concorso film estoni del Tallinn Black Nights, inizia come un dramma intimo, ma non particolarmente attraente, visivamente parlando. La sua protagonista è così sola e disperata da sembrare quasi delirante. Ma mentre non offre risposte chiare alle domande che pone – il che può essere, in questo caso, una mossa saggia – la regista sembra ben disposta a giocare.

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Dopo un doloroso divorzio, l'oftalmologa Pia (Ingrid Isotamm) è, per dirla senza mezzi termini, perduta. Tra tentativi poco entusiasti di arredare finalmente il suo appartamento vuoto e presentarsi al lavoro in orario, per non parlare di avere almeno uno scambio normale con la madre distaccata (Epp Eespäev), improvvisamente comincia a svenire. Inoltre, inizia a comparire in casa del suo ex marito e a spaventare a morte la sua nuova compagna, o a sostenere che qualcuno viene a farle visita di notte. "Non so chi sia", dice alla sua migliore amica (Eva Eensaar-Tootsen), che si limita a ridere, cercando di coprire un misterioso livido sul suo collo con il correttore. Ma abbastanza presto, Pia scopre di essere incinta, anche se i medici le avevano detto da tempo che non avrebbe mai avuto figli. Quando uno dei suoi amanti finisce per fuggire in taxi dopo essere stato buttato giù dal letto da una forza misteriosa, la situazione diventa evidente.

Per quanto sciocco – è il tipo di film in cui, secondo il principio della pistola di Cechov, se qualcuno menziona una strega, arriva una strega – è anche abbastanza divertente, grazie all’esuberante Pia di Isotamm, che fa impallidire la povera Mia Farrow in Rosemary’s Baby di Roman Polański. E’ solo un peccato che la sua grinta non sia mai realmente eguagliata da nessun altro membro nel cast (nemmeno dal Johann Urb di Arrow nei panni del fusto con un cuore) e che sia limitata da qualche dialogo goffo, con frasi semplici come "Cosa è successo?" in qualche modo seguite da "Ho bisogno di andare in India".

Nonostante non capisca cosa sta succedendo intorno a lei, Pia non incrocia le braccia e risponde con arguzia, usando l'intimo del suo ex marito per pulire il pavimento con un'intensità che ricorda l'interpretazione di Jennifer Lawrence di "Live and Let Die" in American Hustle. E sì, è una buona cosa. "Sono felice che tu non abbia perso il tuo senso dell'umorismo", dice la terapeuta dopo uno scambio strano. Lo stesso vale per lo spettatore.

Fire Lily, che è co-sceneggiato da Maria Avdjusko, Leana Jalukse e Al Wallcat, è prodotto da Aet Laigu, della compagnia estone Meteoriit. Il film è coprodotto da Julien Madon, con Adrian Politowski, Bastien Sirodot, Nadia Khamilichi e Krisjan Rahu come produttori esecutivi. Le vendite sono curate da The Yellow Affair.

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(Tradotto dall'inglese)

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