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BLACK NIGHTS 2018 Concorso film estoni

Recensione: Portugal

di 

- Anche se girato in modo sontuoso, il film d'esordio di Lauri Lagle non sa davvero decidere cosa vuole essere

Recensione: Portugal

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, scritto e diretto da Lauri Lagle, ha vinto il premio First Look insieme al supporto in post-produzione a Locarno lo scorso anno per la sua "originalità e sguardo alla vita contemporanea in Estonia". Ma qualcosa deve essersi perso per strada, visto che la storia della coppia sposata formata da Karina (una luminosa Mirtel Pohla) e Martin (Margus Prangel), ancora innamorati ma entrambi alle prese con una grave crisi di mezza età, diventa così contorta che quasi rispecchia il crescente stato confusionale dei suoi personaggi.

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Sarà perché Lagle non sa decidere qual è il suo obiettivo principale, scegliendo allegramente di provare quasi tutto ciò che gli viene in mente in questo lungometraggio proiettato nel Concorso film estoni al Tallinn Black Nights Film Festival. Oscilla così da un dramma coniugale, con momenti imbarazzanti e accuse reciproche, ad una versione meno glamour di Mangia prega ama quando Katrina si imbarca in un'avventura solitaria nel camper di famiglia, ma senza molto amore e il mangiare limitato per lo più al cibo in scatola.

Il comportamento dei suoi protagonisti è difficile da capire, e al di là della loro preoccupazione per l'età, è anche difficile simpatizzare con il loro dolore palpabile. "A volte sembra che la vita scivoli via", ammette Karina a un certo punto, cercando di trovare conforto nell’alcol e facendo scenate nel posto di lavoro del marito, che sospetta infedele. Martin non se la cava molto meglio, però, fissando gli uomini più giovani che si danno da fare in palestra e forse sentendosi un po' invidioso della loro spavalderia.

Per parafrasare un titolo di Pedro Almodóvar, Portugal potrebbe anche chiamarsi Gente sull'orlo di una crisi di nervi, giacché tutti sono sulla buona strada. Appesantiti da vari, e non sempre chiaramente enunciati problemi, si sentono così soli che l'unica soluzione è discuterli con perfetti sconosciuti, spesso solo per pochi minuti. E così una riunione ufficiale su come scovare materiale pornografico sui computer dell’azienda si trasforma in una riflessione sulla decisione di divorziare a 50 anni, e quando finisce con un pianoforte che cade sulla macchina di qualcuno, in qualche modo sembra stranamente appropriato.

Detto questo, ci sono anche alcuni momenti ben eseguiti qui, così intimi che sono quasi scomodi da guardare – di solito coinvolgono la longeva coppia, esposta e vulnerabile, contando i capelli grigi l'uno dell'altro o osservando i cambiamenti in un corpo familiare. Ma quello che davvero spicca è l'incredibile lavoro di Erik Põllumaa, che, dopo gli apprezzamenti a The Manslayer / The Virgin / The Shadow [+leggi anche:
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intervista: Rea Lest
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(girato con Ivar Taim), sta diventando rapidamente uno dei direttori della fotografia più dotati dell'Estonia. Splendidamente girato, con quel tipo di bagliore baciato dal sole che sembra riscaldare l'intero cinema, almeno di qualche grado, Portugal è sicuramente sorprendente. Ma per quanto bello a livello visivo, tende un po’ troppo a testare la pazienza dello spettatore.

Scritto da Lauri Lagle, Portugal è prodotto da Tiina Savi e Ivo Felt, della compagnia estone Allfilm.

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(Tradotto dall'inglese)

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