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LES ARCS 2018

Recensione: The Raft

di 

- Lo svedese Marcus Lindeen firma un documentario appassionante su un esperimento scientifico sulla violenza condotto in mare aperto nel 1973

Recensione: The Raft

"Tutto iniziò con un dirottamento aereo nel novembre del 1972. (...) Era troppo bello per essere vero! Immagina l'ironia: io, uno scienziato che aveva studiato la violenza per tutta la sua carriera, in mezzo a un tale dramma! Avevo sempre voluto sapere perché le persone combattono, capire veramente cosa accada nelle nostre menti (...) Quando la presa degli ostaggi ebbe fine, mi resi conto che se avessi potuto ricreare un situazione simile, sarebbe stato il laboratorio ideale per studiare il comportamento umano. Ma come isolare un gruppo di persone e metterle in pericolo? Poi ho avuto l'idea". Questa intuizione, il ricercatore Santiago Genovés l’ha materializzata in un sorprendente esperimento raccontato nell'affascinante documentario The Raft [+leggi anche:
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intervista: Marcus Lindeen
scheda film
]
dello svedese Marcus Lindeen, vincitore quest'anno al festival CPH:DOX di Copenhagen e proiettato nel programma Hauteur del 10° Les Arcs Film Festival.

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Las Palmas, 11 maggio 1973: sei donne e cinque uomini si imbarcano per una traversata dell’Atlantico fino in Messico, per tre mesi, a bordo di Acali, una zattera di acciaio di 12 metri per 7, senza motore. Accompagnati da Genovés, i dieci volontari reclutati tramite annuncio ("per creare tensioni nel gruppo, avevo scelto uomini e donne di diverse nazionalità, religioni e background sociali: un microcosmo del mondo"). Dalla svedese Maria (la prima donna al mondo con una patente nautica) alle francesi Servane (sommozzatrice) e Rachida, passando per l’israeliana Edna (medico di bordo), l'afroamericana Fé e la sua connazionale Mary, il fotografo giapponese Esuke, il prete cattolico angolano Bernardo, l'antropologo uruguaiano Jose-Maria e il greco Charles (proprietario di un ristorante a Cambridge), tutti erano stati precedentemente sottoposti a test medici, fisici e psicologici, piuttosto estremi ("Cosa faresti se fossi minacciato? Uccideresti qualcuno? Cosa ti spingerebbe a uccidere qualcuno?").

L'ambizione del ricercatore è immensa: "sappiamo che l'aggressività può essere innescata mettendo diversi tipi di ratti in uno spazio limitato. Voglio scoprire se è lo stesso per gli umani. La violenza è qualcosa che risale alle origini o qualcosa che impari? Un gruppo isolato su una zattera coopererà per sopravvivere o la situazione genererà conflitti e li farà combattere l'uno contro l'altro?". A tal fine, Genovés ha messo in atto diversi stratagemmi. Innanzitutto "dando il potere alle donne e lasciando agli uomini le attività meno importanti. Mi chiedevo se ciò avrebbe portato a meno violenza o se ce ne sarebbe stata di più. Gli uomini sarebbero diventati frustrati con le donne al comando e avrebbero gradualmente cercato di riconquistare il loro potere?". Poi, poiché "gli studi sulle scimmie hanno dimostrato che esiste una connessione tra violenza e sessualità, ed essendo la maggior parte dei conflitti tra maschi legati all'accesso alle femmine, per verificare se questo fosse anche il caso con gli umani" il ricercatore ha "selezionato partecipanti sessualmente attraenti". Ma i 101 giorni del viaggio gli riserveranno non poche sorprese...

Utilizzando molto abilmente una ricca miscela di materiale d'archivio (i numerosi video e le foto scattate durante l'esperimento, alcuni reportage televisivi, fonti audio) e le testimonianze odierne di sette delle "cavie" riunite su un modello in scala della zattera, The Raft si rivela un documentario appassionante e sempre sorprendente, nonostante una leggera perdita di tensione nel suo ultimo terzo.

Prodotto dallo svedese Erik Gandini (regista di Videocracy [+leggi anche:
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scheda film
]
) per Fasad, The Raft uscirà in Francia il 13 febbraio via Urban Distribution ed è venduto nel mondo da Wide House.

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(Tradotto dal francese)

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