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FILM / RECENSIONI

Recensione: 70 binladens

di 

- In questo film di rapina diretto con brio, tensione e ritmo da Koldo Serra, i personaggi coinvolti in situazioni estreme divertono, sorprendono e fanno ridere

Recensione: 70 binladens
Nathalie Poza e Hugo Silva in 70 binladens

Dopo uno splendido esordio nel lungometraggio con Bosque de sombras [+leggi anche:
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– dove già si percepiva la passione del regista per il cinema d'azione, dramma e violenza americano degli anni Settanta, come Cane di paglia di Sam Peckinpah e Un tranquillo weekend di paura di John Boorman – e il passo falso rappresentato dall'ambizioso film storico-bellico Gernika [+leggi anche:
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, è una gioia vedere come Koldo Serra recuperi l'energia e la capacità di impatto, senza trascurare il ritmo e l'intrattenimento della sua opera prima, con il suo terzo film: 70 binladens [+leggi anche:
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intervista: Koldo Serra
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. Il titolo, nel caso in cui il lettore non lo sappia, si riferisce a quelle banconote da 500 euro che quasi nessuno ha mai visto, e nasce da una sceneggiatura scritta da Asier Guerricaechevarría, Javier Echániz e Juan Gil Bengoa, che il regista basco ha convertito in uno dei film più ammirati e celebrati durante il festival di Sitges del 2018.

Dire che si tratta di un film su una rapina in banca non significa rivelare molto, perché questo atto criminale avviene pochi minuti dopo l'inizio del film. Ciò che viene dopo, con numerosi e apprezzati colpi di scena che mantenengono sempre alta la tensione, lasciano lo spettatore a bocca aperta – e sorridente – davanti a questo 70 binladens che si svolge in una filiale bancaria e nell'adiacente piazza di Bilbao, formata da alte torri di appartamenti grigi.

Come Serra ha riconosciuto nell'intervista rilasciata a Cineuropa, il thriller americano degli anni Settanta è alla base del suo nuovo film, al quale il regista regala un tocco spagnolo che gli conferisce umanità e un certo senso dell'umorismo – e dell’assurdo – che, oltre ad alleggerire il suo carico drammatico, serve a radiografare un paese – questa Spagna del "si salvi chi può!" – corroso nelle sue interiora. Ma, soprattutto, 70 binladens è un film divertente che subordina la sua messa in scena – che si svolge in buona parte al chiuso – al fine di non disperdere la sua energia o diminuire la capacità di sorpresa di cui parlavamo sopra.

Ma non possiamo concludere la recensione di un film così piacevole senza menzionare il suo splendido cast, che incarna con impegno una squadra di personaggi che, nonostante le loro abbondanti miserie, finiscono per farsi amare: c'è una Emma Suárez pronta a tutto; un Dani Pérez Prada che ricopre il ruolo di un poliziotto con il quale il pubblico si identifica fino al midollo e, soprattutto, una Nathalie Poza (vincitrice del Goya come miglior attrice protagonista, due anni fa, per No sé decir adiós [+leggi anche:
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intervista: Lino Escalera
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) che fa un grande effetto, col suo aspetto indurito da povero animale ferito.

70 binladens, con la direzione della fotografia di Unax Mendia (Grand Piano [+leggi anche:
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intervista: Eugenio Mira
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) e la colonna sonora composta da Fernando Velázquez (Contratiempo [+leggi anche:
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), è un film di Sayaka Producciones, Pokeepsie Films e La Panda, che conta sull’appoggio dell’ICAA e la participazione di RTVE, ETB e Movistar Plus+. Il film esce l’8 marzo in Spagna, grazie a Filmax.

(Tradotto dallo spagnolo)

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