Controcorrente - Five Obstructions
- Un film-saggio che mette in scena cinque perfide prove per trovare l'uomo perfetto. Un'opera scarna che ha ricevuto molti applausi
Carsten Holst: videointervista
Molti applausi in sala alla proiezione di The five obstructions,
docu-fiction di Lars Von Trier e Jørgen Leth presentato nella sezione Controcorrente.
Ancora una volta, il regista danese stupisce il pubblico con un'opera scarna
d'impianto saggistico, incentrata sul tema della riproducibilità dell'opera
d'arte e sulle sue possibili variazioni.
A partire da un corto di Leth, Det perfekte mennesker del 1967, Von
Trier assegna, per cinque volte, nuove regole, sempre più perfide e complesse,
per la realizzazione di un remake. Da Cuba ai bassifondi di Bombay, dal
cartone animato al documento finale, a firma dello stesso Von Trier, i due
registi giocano ad un massacro che si trasforma in omaggio, senza temere
l'inevitabile autoreferenzialità solipsistica.
Un film costantemente in fieri, privo di una vera e propria sceneggiatura,
che ha creato non poche difficoltà ai produttori: "è stato un incubo", dice
Carsten Holst di Zentropa Real, "era impossibile definire il budget, non
si sapeva come sarebbe andata a finire. Sapevamo di dover girare cinque
diversi film, ma pezzo dopo pezzo". Soddisfatto del risultato, Jørgen Leth
ripeterebbe l'esperimento "è il mio ideale di filmmaking, ho rischiato perché
non sapevo fino a che punto mi sarei spinto, era un'idea aperta, un'esplorazione".
The five obstructions avrà probabilmente una distribuzione europea
"è un film controcorrente, come la sezione in cui è inserito", aggiunge
il coproduttore Gerard Morin, "il doku-fiction ha un futuro, negli anni
'50 la fiction nasceva dal reale, oggi i documentari sono una fiction sulla
realtà".
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