Concorso - Un filme falado
- Nell'ultimo film di De Oliveira, Deneuve, Sandrelli e Malkovich. Una crociera nel Mediterraneo rivela le diverse anime dell'Unione Europea
A due anni da Porto della mia infanzia, Manoel de Oliveira torna
a Venezia con Un Filme Falado, presentato ieri in Concorso.
L'anziano regista portoghese prosegue il suo viaggio nell'Europa della conoscenza,
mettendo a confronto le diverse civiltà che si affacciano sul Mediterraneo.
Le molte lingue che si parlano nel film (francese, italiano, arabo, greco)
rappresentano un'estensione del concetto di identità europea, evocata
attraverso la messa in scena dell'unicità e della pluralità della cultura
del continente.
Nel corso di una crociera, una professoressa di storia e sua figlia attraversano il Mediterraneo in rotta verso Bombay, facendo tappa nelle città più significative che si trovano lungo il percorso. Metaforicamente, le due donne scoprono, nella babele linguistica, le radici e l'evoluzione dell'utopia del concetto di unione europea.
De Oliveira, con la consueta freschezza, racconta la sua idea di cinema
come espressione della razionalità, della morte e della rinascita dell'arte
e della cultura:"Il cinema è preparazione alla vita, un aspetto dell'esistenza,
non una droga. Il sentimento è importante, ma non deve mai superare la ragione".
Il film, che ha ricevuto un supporto di circa 300.000 euro dal fondo Eurimages
per il valore artistico del progetto (schema 2), è prodotto dalle due società
di Paulo Branco, la portoghese Mandragoa Fimes e la francese Gémini, e dall'ICAM
Instituto do Cinema, Audiovisual e Multimédia.
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