31/08/2003 - La rivolta delle donne ariane sposate ad ebrei nel 43. Margarethe von Trotta torna a Venezia con un fatto di cronaca poco conosciuto

C'è ancora qualche aspetto della tragedia del nazismo che ancora non sia stato raccontato dal cinema? Sembra impossibile, invece è così, ed è la rivolta delle donne ariane sposate ad ebrei che nel 1943 protestarono per giorni pacificamente davanti alla prigione di Rosenstrasse a Berlino, ottenendo infine la liberazione dei loro uomini.

Su questo fatto di cronaca realmente accaduto si basa Rosenstrasse [+leggi anche:
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scheda film] di Margarethe Von Trotta, un film attento alle tematiche e ai sentimenti femminili, come sempre accade nel caso della regista tedesca.

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Prodotto da Studio Hamburg Letterbox Filmproduktion, Telemuenchen, e la olandese Get Reel Productions, distribuito dalla Concorde Filmverleih con il sostegno della FFF-Bayern, la Filmfoerderung Hamburg, la Filmboard Berlin Brandenburg, BKM, Dutch Film Funde e Cobo Fund, il film ha avuto una lunga gestazione per problemi di budget dal 1994, quando la regista ebbe per la prima volta l'idea. "Ho dovuto scrivere diverse versioni del film, riducendo il numero dei personaggi, rispetto all'idea iniziale che sarebbe stata eccessivamente costosa" dichiara la regista "ma questo non è stato un problema perché sono abituata ad avere a che fare con personaggi singoli e i loro destini personali, finché la Storia non fa irruzione nelle loro vite".
Del cast, quasi esclusivamente femminile, fanno parte le attrici Jutta Lampe (protagonista di Anni di piombo), Katja Riemann (Donne senza trucco, Bibi Blocksberg) e Maria Schrader (Nessuno mi ama, Aimée und Jaguar), insieme al nuovo divo del cinema tedesco Juergen Vogel (visto a Locarno 2003 con Mein Name ist Bach), a Martin Feifel e Fedja van Huet.