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SIC - Ballo a tre passi

di 

- Nel suo primo film il regista sardo indaga la sua terra con uno sguardo antropologico. Un film in 4 capitoli con un cast di non professionisti

La Sardegna divisa tra il vecchio e il nuovo è la vera protagonista di Ballo a tre passi, il primo lungometraggio di Salvatore Mereu, presentato ieri alla Settimana della Critica, che indaga l’universo arcaico dei pastori e dei contadini. Un mondo che qui viene in contatto, ma solo sfiorandola, con la modernità. Una storia divisa in quattro capitoli, che seguono il corso delle quattro stagioni dell’anno, svela allo spettatore questo mondo poco conosciuto attraverso uno sguardo a metà strada tra il realismo magico e l’indagine antropologica.

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In “Primavera” i bambini dell’entroterra dell’isola scoprono il mare, d’ “Estate” un pastore solitario conosce l’universo femminile, rappresentato qui da una turista francese disinibita. L’“Autunno” è invece il tempo del matrimonio e della malinconia per una giovane che ha appena preso i voti, l’“Inverno” chiude l’anno sotto il segno della vecchiaia e della morte. Nell’ultimo capitolo del film, diverso dai primi tre per il tono e lo sguardo, un omaggio consapevole al cinema onirico di Fellini.
Spiega Mereu: “Prima di diventare regista sono stato uno spettatore cinematografico molto attento. Nel film ci sono tante storie e personaggi che ho amato”.

Prodotto da Gianluca Arcopinto e Andrea Occhipinti con il sostegno del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, e grazie al contributo dell’Istituto Superiore regionale Etnografico della Sardegna, Ballo a tre passi conta nel cast tanti isolani non professionisti, che ci regalano nei primi piani intensi il ricordo del cinema di Pasolini, e due attrici di fama internazionale: Caroline Ducey (Romance e Prendimi l’anima [+leggi anche:
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scheda film
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) e l’israeliana Yaël Abecassis, già vista in Kadosh di Amos Gitai. Il film uscirà in Italia il 19 settembre ma a Venezia ha trovato distributori stranieri interessati ad acquistarlo.

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