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CPH:DOX 2019

Recensione: Ridge

di 

- Il vincitore del DOX:AWARD di quest'anno non dà risposte facili, anzi, non dà alcuna risposta, ma dopo un po' non ci fai più tanto caso

Recensione: Ridge

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di John Skoog, vincitore del DOX:AWARD al CPH:DOX di quest’anno (leggi la news), è stato descritto come un “film ibrido”. È un termine piuttosto generale, ma in questo caso azzeccato. Con il suo mix di tramonti alla Terrence Malick e mucche, Ridge è una strana bestia, che si muove a piacimento tra generi diversi e lascia tracce distinguibili solo per pochi. Anche perché, mentre a prima vista potrebbe sembrare un ennesimo ritratto delle condizioni di lavoro dei braccianti agricoli, in questo caso arrivati in Svezia dalla Polonia, quando si scopre che una di loro è la nota attrice Agnieszka Podsiadlik, ammirata in Baby Bump [+leggi anche:
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e nel vincitore dell’Orso d’argento di Małgorzata Szumowska, Mug [+leggi anche:
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, le cose si fanno più complicate.

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Co-sceneggiato da Skoog e Anna Karasińka, Ridge in realtà non offre alcuna spiegazione, né sembra molto interessato a lanciare alcun tipo di messaggio – qualcosa che già lo allontana anni luce dagli altri film nella competizione principale del raduno danese, dove alcuni dei titoli più forti erano anche i più conservatori. Il film si distingue per il suo aspetto (potrebbe rivelarsi uno dei più belli dell'anno), grazie alla fotografia di Ita Zbroniec-Zajt (per la quale ha già vinto lo Sven Nykvist Cinematography Award al Göteborg Film Festival) così sofisticata che a volte risulta quasi insopportabile.

Ed è così che, invece di osservare più da vicino la vita quotidiana dei lavoratori, l’insieme si trasforma lentamente in un'improbabile celebrazione di quella strana cosa chiamata estate nordica, con la sua splendida luce che illumina i volti lentigginosi dei visitatori mentre condividono storie senza fine, spesso consegnate in un solo take, o si avventurano nella natura selvaggia da soli. Per una storia su un gruppo di persone costrette insieme per alcuni mesi, è un'esperienza che chiaramente favorisce l'individualità, e anche se in questo suo primo lungometraggio Skoog è tornato nel suo villaggio natale di Kvidinge, la sua decisione di guardarlo attraverso gli occhi di stranieri che vi hanno appena messo piede gli offre una scusa perfetta per meravigliarsi di ciò che vede nei dintorni.

E a volte questi dintorni sono quasi ultraterreni, con strani aneddoti e storie personali – per non parlare di un efficace sterminio di lumache – che si alternano con ipnotizzanti, anche se piuttosto ripetitive, inquadrature di macchine agricole in azione. "Lo scorso maggio, due mucche sono uscite dal recinto", annuncia una voce all'inizio, come se raccontasse una storia secolare. "A volte qualcuno chiamava per dire che le aveva viste sul crinale (in ing. ridge, ndr), spesso di notte. Ma quando arrivavamo lì, erano di nuovo scomparse nel bosco". Chi poteva immaginare che ci fosse così tanta poesia nell’agricoltura?

Ridge è prodotto da Erik Hemmendorff, della società svedese Plattform Produktion. Il film è distribuito da Plattform Distribution, ed è supportato dallo Swedish Film Institute ed Eurimages.

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(Tradotto dall'inglese)

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