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VISIONS DU RÉEL 2019

Recensione: When Tomatoes Met Wagner

di 

- Il documentario di Marianna Economou sugli agricoltori di un piccolo villaggio greco che producono pomodori biologici e miele è una storia umanistica edificante e accattivante

Recensione: When Tomatoes Met Wagner

La regista greca Marianna Economou, il cui The Longest Run è stato nominato agli EFA nel 2016, torna con un nuovo documentario, When Tomatoes Met Wagner [+leggi anche:
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scheda film
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. Il film è stato presentato in prima mondiale nella sezione Culinary Cinema della Berlinale e ha poi vinto il premio FIPRESCI per il miglior film greco al recente Thessaloniki Documentary Festival. È stato proiettato a Visions du Réel 2019 come film di pre-apertura il 4 aprile.

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È uno di quei rari documentari che riescono a combinare un tema universalmente rilevante con protagonisti simpatici e unici in una maniera piacevole per il pubblico ma onesta. I protagonisti sono gli abitanti di un piccolo villaggio greco, un totale di 33 persone, per lo più donne anziane, poiché i giovani sono tutti partiti per le città. I residenti sono guidati da due uomini di mezza età, Christos e Aleco, lavorano in una fattoria biologica e producono a mano prodotti a base di pomodoro e miele, che poi esportano in tutto il mondo.

Quando il film si apre e vediamo Aleco, un contadino magro, trasandato, energico e appassionato, e il suo più semplice vicino Christos, che sfoggia una bella pancia da birra, i due stanno portando gli altoparlanti sul campo e discutendo quale sia la musica migliore per le colture. Aleco afferma che sia quella classica, mentre Christos preferirebbe suonare quella greca tradizionale, e finiranno per provare entrambe con risultati divertenti.

Nell'impianto di trasformazione alimentare, diverse donne di mezza età e anziane, tra cui la zia di 82 anni di Aleco, testano varie combinazioni di pomodori ripieni – quanto riso, menta o maggiorana devono contenere? – e quando diciamo testano, intendiamo che li assaggiano letteralmente dai piatti in cui li stanno mescolando. Sembrano un po' come vostra nonna seduta con le sue amiche a scambiarsi ricette, e anche se hanno alcuni macchinari basilari per la trasformazione alimentare, tagliano i pomodori e mescolano la salsa con le mani, filmate amorevolmente e in grande dettaglio dalla stessa Economou insieme ad altri due cineasti, Argyris Tsepelikas e Dimitris Kordelas.

Nel frattempo, conosciamo un po' meglio Aleco. È un personaggio unico, un sognatore che ama raccontare storie, e la sua preferita è quella su come Colombo abbia portato i semi di pomodoro dall'America all'Europa 500 anni fa, e come nella Grecia rurale stiano confezionando ora i prodotti di questi semi e li spediscano negli Stati Uniti, dove non usano più i semi originali.

L'aspetto economico e sociale dell'orticoltura biologica che non è in grado di competere con la produzione di massa a causa dei suoi costi è anche toccato attraverso conversazioni filosofiche e quasi poetiche tra Aleco e un amico locale. Come la maggior parte dei contenuti del film, questo tema non sarà nuovo per il pubblico, ma l'approccio appassionato di Economou, combinato con un attento equilibrio tra il personale e il generale da una parte, e il locale e l'universale dall'altra, porta a un'esperienza di visione profondamente soddisfacente e produce alcune emozioni oneste. I segmenti edificanti che mostrano gli agricoltori mentre lavorano nel campo con la musica che risuona dagli altoparlanti (oltre a Wagner, Aleco sperimenta alcuni brani di Mozart, Vivaldi, Bellini, Puccini e Haydn) dimostrano facilmente non solo che il cuore di Economou è nel posto giusto quando ritrae i protagonisti, ma anche che sa esattamente come realizzare un film avvincente con un messaggio importante.

When Tomatoes Met Wagner è una coproduzione delle compagnie greche Anemon Productions e Stefi & Lynx Productions, e la berlinese Rise and Shine World Sales detiene i diritti internazionali.

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(Tradotto dall'inglese)

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